NAMIBIA, CHE
SPETTACOLO DI PANORAMI
di
Giancarlo e Ale
13-26
agosto 2006
Come
han fatto altri, non scriveremo tutto quanto il nostro
diario, eventualmente lo metteremo a disposizione di chi
ce lo chiederà. Di seguito alcuni consigli sul viaggio,
che abbiamo intrapreso io (Geki) e Ale dal 13 al 26
agosto 2006.
Auto
Noi labbiamo fatta in una Polo: sicuramente un 4x4
ti da più sicurezza, ma è fattibile anche con una
normale auto, solo nellinverno australe però, in
quanto nella stagione delle piogge (da dicembre ad aprile)
fanno fatica anche i fuoristrada a passare tutti i fiumi
che si formano. Purtroppo ci eravamo fatti prenotare lauto
dallagenzia e abbiamo scoperto allarrivo in
aeroporto a Windhoek che uneventuale seconda ruota
di scorta doveva essere richiesta almeno 72 ore prima (il
tempo di acquistarla in Sudafrica e farla arrivare).
Così ci siamo avventurati per le strade sterrate della
Namibia con una ruota sola di scorta, ahinoi.
Come correre (in auto)
Tutte le persone incontrate ci hanno quasi sempre
augurato buon viaggio e guida in sicurezza! E molti
cartelli ce lo ricordavano ogni tanto. Tutti (il nostro
console nella rivista-, lagenzia di viaggio,
le varie guide) ti consigliano di andare a 60 km/h
Ci sono stati tratti che li abbiamo fatti anche a 20/30
km/h (Welwitschia drive), ma per tutti gli altri siamo
rimasti nei limiti (80/100 km/h strade sterrate e 100/120
km/h su quelle asfaltate), certi comunque che più si
andava veloci più era rischioso (per animali che
attraversavano e per manto stradale scivoloso). Abbiamo
forato una volta e penso che fosse impossibile non farlo
ad ambo i lati della strada cerano pneumatici
scoppiati per molti chilometri e non ho visto altre
strade simili (il tratto da Uis a Swakopmund). Da quel
punto in poi abbiamo corso molto piano dai 30 ai 50/60 km/h
in quanto non avevamo una seconda ruota di scorta e se ci
accadeva ancora erano preoccupazioni (avevamo ancora più
di 100 km davanti): per questo se si ha una seconda ruota
di scorta si viaggerebbe più tranquilli. Forse potevamo
non forare se, quando abbiamo visto tutte quelle gomme
rotte a destra e sinistra, fossimo andati più piano (ero
a 80 km/h), ma col senno di poi
Quale giro fare
Avendo solo 2 settimane come tempo e budget a
disposizione credo che abbiamo fatto il giro classico
della Namibia (13 giorni e 11 notti). Facendo prenotare i
posti tramite agenzia (abbiamo iniziato a progettare il
viaggio ai primi di luglio e abbiamo lasciato far loro),
non abbiamo deciso noi per dove andare: siamo partiti
così verso il nord (verso il parco Etosha, invece che
verso il deserto del Namib a Sud-ovest) e dal mio punto
di vista penso sia la soluzione migliore (anche se ho
visto che la maggior parte dei racconti va a sud) in
quanto alcuni posti si apprezzano meglio lungo il
tragitto che abbiam fatto noi. I game drive prima dellEtosha
ti preparano a quanto vedrai dopo al parco, mentre se ci
vai tornando a Windhoek, ti deludono perché hai visto di
meglio al parco. Così alla duna 7 vicino a Walvis Bay,
se ci vai dopo essere stato a Sossusvlei non la apprezzi
molto, mentre se ci vai prima le dai più importanza.
Consigliamo lagenzia locale gestita da italiani per
programmare il viaggio Latitude 24, altrimenti leggendo
il sito e copiando i tour dei depliant (con luoghi da
vedere e da pernottare) delle agenzie di viaggio ci si
può arrangiare.
Le sistemazioni
Abbiamo pernottato in ordine al Mont Etjo Lodge (vicino a
Kalkfeld, molto bello e consigliamo il game safari,
mentre la cena dei leoni se non si sa cosa fare), Halali
rest camp e Okakuejo rest camp (sono i campi allinterno
del Parco Etosha, non sono eccezionali come strutture, ma
come logistica per posto e pozze dacqua specie
per la sera- sono da preferire a quelli fuori del parco),
Igowati lodge (a Khorixas, abbiamo dormito due sere, ma
ne bastava una: cè un gruppo che canta e suona in
stile africano dopo cena, cè musica fuori dal
lodge fino a tardi che disturba, è proprio in paese,
quindi col panorama che è quello che è), Swakopmund
Hotel (hotel lussuoso, ottimo, ma forse era più carino
qualcosa di più caratteristico nei dintorni), Desert
homestead (posto molto carino in un contesto incantevole
a circa 40 km dallentrata del Namib Park) e primo e
ultimo giorno al Windhoek Country Club (della stessa
catena e stile dellaltro hotel in cui siamo stati).
Sicurezza
La popolazione locale è molto gentile e disponibile e
cerca di aiutarti quando possibile; nelle città più
piccole cè molta più povertà e lassalto a
venderti qualche servizio (pulire i vetri, venderti una
noce scolpita, lavare lauto, ecc.) è molto
frequente e sono pronti ad accoglierti calorosamente
nelle stazioni di servizio. Non abbiamo subito furti e
siamo stati molto attenti nel non lasciare qualcosa di
appetibile in auto. Abbiamo girato un po di sera
nelle grandi città, faceva un po paura si, ma
soprattutto per pregiudizio più che per reale allarme.
Le auto generalmente venivano controllate a vista da dei
ragazzi che si presentavano subito dopo aver parcheggiato:
ci si sente più sicuri con pochi spiccioli. Certamente
non è il massimo guidare di sera nelle zone più remote,
abbiamo provato lebbrezza e non è stato il massimo:
e se succedeva qualcosa, se foravamo, se un animale ci
attraversa la strada, se non vedi un dosso, ecc
Cosa vedere
Le cose che si sentono nei vari viaggi son tutte da
vedere, noi ne abbiam saltate alcune o viste altre. Se ci
si sveglia presto al mattino le attrattive saranno molte
di più: noi partivamo dalle 8 alle 8:30, qualche volta
prima, ma tante volte ci è dispiaciuto non partire più
presto per ammirare meglio certi posti/paesaggi. I
panorami e gli animali sono eccezionali e quando li vedi
per la prima volta è sempre unemozione unica: ci
sono stati tratti (specie vicino alle incisioni rupestri)
che dopo ogni salita non sapevi cosa ti aspettasse e il
panorama cambiava in pochi chilometri. I leoni li abbiam
visti da distante (20 metri), mentre un leopardo ad un
metro: è la fortuna che ti dirà come e quali animali si
vedranno. Abbiam scelto di non fare il viaggio in aereo
da turismo per vari motivi (tempo e budget), ma credo che
se si può ne vale veramente la pena. Se avessimo avuto
più giorni ci sarebbe piaciuto andare al Fish river
canyon, ma il nostro dispiacere più grande è stato non
aver conosciuto più approfonditamente le popolazioni
locali, specie quella degli himba: abbiamo conosciuto
alcune donne e bambini in un tour che ci siam organizzati
al Igowati Lodge; ci han portato in una fattoria dove i
proprietari hanno adottato alcune famiglie: pareva di
essere in un documentario. La guida della Honely Planet
dal nostro punto di vista è un po datata in quanto
lultima ristampa è di tre anni fa, non sono
previste ri-edizioni in futuro ma un accorpamento con
altri paesi dell Sud Africa: alcuni posti segnalati erano
stati chiusi, altri non facevano il servizio indicato.
Per le notizie storico-organizzative, invece, è ancora
molto buona.
Cosa acquistare
Ai mercatini di Okahandja abbiam preso una delle fregate
più grandi del viaggio. Purtroppo era appena il secondo
giorno in Namibia, dovevamo ancora conoscere bene sia il
valore della moneta che gli oggetti e nel caratteristico
mercatino della cittadina a nord della Capitale, essendo
gli unici turisti del momento siamo stati accerchiati dai
ragazzi del mercatino che volevano che acquistassimo nei
loro negozi. Erano stati così assillanti che dopo 3
negozi abbiam deciso di scappare e scoprire nei giorni
successivi che quanto acquistato (valore di circa 100
euro), lo avremo trovato in altri luoghi a molto meno (circa
un terzo). Almeno abbiam fatto unopera di bene e
abbiamo anche capito perché volevano che acquistassimo
da loro (eravamo generosi
)! Ad Alessandra ho
regalato un Ekipa, caratteristico medaglione di una
popolazione locale. Dai nostri amici himba, infine,
abbiam acquistato un po di braccialettini e collane.
Di oggetti ce ne sono di tutti i tipi e di tutte le
tasche, ma cara (in ambi-senso letterale) sarà la nostra
africa di legno con i big five, acquistata nel famoso
mercatino!
Cosa mangiare
Carne carne - carne (di tutti tipi e di tutte le
taglie), poi a casa è meglio fare i vegetariani! A
Swakopmund si può variare anche con del pesce. Penso che
alla fin fine siamo ingrassati: chi è preoccupato di non
mangiare o mangiare male sicuramente si sbaglierà. Di
certo non si potrà pretendere di concludere il pasto con
un buon caffè
. Fuori dallItalia è dura.
Conclusioni
È stato un viaggio veramente indimenticabile, ci
sembrava di essere dentro ad un racconto di avventure per
ragazzi: la Namibia, con i suoi colori, i suoi paesaggi (che
dietro l'angolo non sapevi mai quale ti aspettava), i
suoi cieli stellati e la sua gente così gentile, umile
ed accogliente. Unesperienza che sicuramente
porteremo sempre nel nostro cuore è stato l'incontro con
gli Himba.
Per concludere prendiamo spunto dal seguente brano:
Dov'è l'Africa? Sulla spiaggia ci sono pinguini e
otarie, e dunque pensi di aver sbagliato continente, ma
poi ti volti e trovi le antilopi. Scorgi il
caratteristico profilo del campanile di una chiesa
tedesca e concludi che no, non puoi essere fuori dall'Europa;
poi ti rendi conto che attorno ci sono le dune del
deserto. Su quell'insegna c'è scritto Delikatessen in
caratteri gotici, ma poco distante vivono i boscimani.
Tutto sembra così ordinato, silenzioso, puntuale: dove
sono gli appuntamenti improbabili, gli orari che non
esistono, l'allegro caos delle città, il fatalismo?
Insomma, dove è finita l'Africa?
Qui, in Namibia, Paese che non smette mai di stupire. È
come vivere in un grande racconto di avventure per
ragazzi. Su una spiaggia dal nome inquietante, Skeleton
Coast, giacciono decine di navi che una nebbia assassina
ha spinto contro le sabbie che ora avanzano e ingoiano i
relitti. (
) Ci sono piante che "vivono di
nebbia" perché non potrebbero procurarsi acqua
altrove. Alcuni elefanti hanno dovuto adattarsi a stare
nel deserto. (
) Curioso posto, la Namibia: è tutto
così strano, inatteso e unico che ti viene istintivo
guardare in basso per vedere se per caso, sotto i tuoi
piedi, c'è un numero di pagina: ti sembra proprio di
vivere in un racconto. Tratto dal numero sulla
Namibia di Meridiani Maggio 2006.
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