ALASKA: the last
frontier
di
Alessandro e Sabrina
27
giugno - 11 luglio 2011
Gli
amanti delle grandi città, dello shopping, del mare e
del sole scelgano altre destinazioni. Chi invece ama la
natura, la montagna, la guida in libertà e non si
preoccupa di un cielo spesso grigio non può fare a meno
di pensare allAlaska, lultima frontiera non
solo degli Stati Uniti, ma del turismo in generale.
Lapparente assenza di controllo nei parchi, il
dominio quasi incontrastato dellambiente naturale e
delle condizioni climatiche, il generale senso di
vastità e le infinite giornate estive sono solo alcuni
dei fattori che rendono il viaggio in Alaska
unesperienza decisamente singolare. La stagione
turistica è molto breve e dura praticamente da giugno a
settembre; linverno è durissimo con temperature a
40 sotto zero e pochissime ore di luce. Sono questi i
motivi per cui le tariffe degli hotel e i costi di ogni
servizio sono, in media, ampiamente superiori a quelli
che si trovano nel resto degli Stati Uniti. Tuttavia, con
unattenta pianificazione, è possibile ridurre i
costi fino ad un livello accettabile. Anche tutte le
attività come crociere ed escursioni guidate sono molto
care, ma per godersi la vacanza pensiamo sia inevitabile
partecipare ad alcune di queste.
La stessa conformazione del territorio statale non aiuta
perchè la capitale Juneau si trova nel cosiddetto
panhandle (il manico della padella) ed è
collegata al resto dello stato solo per via aerea.
E possibile partecipare a crociere che partono da
Seattle o da altre località del panhandle, ma sono
soluzioni, seppur belle, che richiedono molti giorni e
risultano molto costose. Per questo una visita che
comprende almeno in parte la zona meridionale costringe
il visitatore ad acquistare voli interni che si
aggiungono al già lungo volo intercontinentale.
Noi approfittiamo di una favorevole combinazione di voli
e tariffe che troviamo a dicembre 2010 su orbitz.com:
milano-londra-seattle-juneau-anchorage-seattle-londra-milano
a circa 916 euro a testa, con British Airways e Alaska
Airlines. Alla fine il viaggio, per due persone tutto
compreso, ci è costato circa 7000 dollari (di cui 1100
per gli hotel, 850 per auto e benzina, 550 per i pasti e
1850 per escursioni e ingressi), che al cambio di 1,42
fanno circa 4900 euro, per poco più di 3200 km percorsi.
Il viaggio è come sempre organizzato in totale fai da te
con il fondamentale contributo degli utenti di
forumviaggiatori.com e il buon sostegno dei diari di
viaggio trovati in rete. E come sempre viaggiamo col solo
bagaglio a mano, consuetudine ormai irrinunciabile per
tutti i nostri spostamenti.
lunedì 27 giugno. MILANO
JUNEAU
LAlaska è lontanissima. Lottima tariffa
British ci ha fatto rinunciare alla breve rotta artica di
Condor e ci ha costretto ad uno scalo in più a Seattle.
Qui il controllo passaporti è interminabile, con una
fila chilometrica e ufficiali per niente disposti ad
accelerare le procedure. Sembra quasi una cosa
allitaliana. Alla fine comunque il margine tra i
nostri voli è tale da non farci temere troppo. Arriviamo
a Juneau in perfetto orario sfiorando le montagne a picco
sul mare e sulla città. Veramente impressionante. Lì
per lì non ci facciamo caso, ma ci rendiamo conto di
aver visto le montagne e il mare dallaereo alle 22:
cè ancora luce! Sapevamo di poter contare su una
giornata più lunga del normale, ma non pensavamo a notti
così luminose.
Lungo il percorso per raggiungere il banco Alamo notiamo
tantissimi manifesti che pubblicizzano le Hawaii, ma non
ci facciamo troppe domande; ci sorprendono di più i
trofei di caccia appesi a tutte le pareti. Ritiriamo la
nostra Toyota Yaris senza problemi e sempre senza
problemi percorriamo i pochi chilometri che ci separano
dal nostro B&B (noleggio auto Alamo 185,37$, alamo.com).
Sono le 23 passate ed è ancora giorno.
NOTTE: Duck Creek B&B, 4118 Aspen Ave., Juneau
(tel. 907.789.7688, duckcreekbedandbreakfast.com, jsdavis@gci.net,
99$ BB)
martedì 28 giugno. JUNEAU
Il B&B è delizioso, così come la squisita
proprietaria: una signora che potrebbe essere la nostra
mamma e che ci fa sentire come a casa. In effetti siamo a
casa, la sua. Tutto è pulito, in ordine e quello che
manca viene compensato dalle sue attenzioni. La colazione
è ricchissima e addirittura lei si sveglia unora
prima di noi per cucinarci alcune specialità locali.
Chiacchieriamo amabilmente, mangiamo come i lupi
dinverno e siamo pronti ad iniziare la nostra
avventura in Alaska.
Va detto che Juneau (pronunciato Giuno, come il mese, e
non alla francese come abbiamo sempre pensato noi) occupa
una zona caratterizzata dallunica foresta pluviale
in ambiente sub-artico. Essendo pluviale gode si
fa per dire - di un clima decisamente piovoso, dovuto
alla presenza delle alte montagne a picco sul mare che
costituiscono un ostacolo formidabile per i venti
delloceano. Ci spiegano che qua le perturbazioni
possono durare mesi. Non ci sorprendiamo quindi quando il
pallido sole del primo mattino cede il posto al grigio
uniforme delle nubi. Affrontiamo subito la zona del
Mendenhall Glacier, vicinissima al nostro B&B.
Il West Glacier Trail inizia dal parcheggio dove termina
la Montana Creek Road, proprio di fronte alla strada. Non
ci sono indicazioni, ma è lunico sentiero ben
tracciato che parte da lì. Come riferimento si devono
tenere i wc alla propria destra. Il trail è carino, ma
non spettacolare. E una facile passeggiata di circa
3 ore a/r nel bosco, senza grosse difficoltà a parte
qualche punto scivoloso per la pioggia. Alcuni viewpoints,
soprattutto in prossimità della cima, sono molto belli e
permettono di ammirare sia il ghiacciaio che il
sottostante lago dallalto.
Terminiamo il trail e quasi non piove più, così
decidiamo di esplorare anche la parte orientale. Il
Nugget Falls Trail e lEast Glacier Trail conducono
molto vicino al ghiacciaio, ai piedi della spettacolare
cascata che alimenta il lago. Il sentiero è in realtà
un facilissimo tratto di strada, molto turistico,
percorribile in circa 1 ora a/r senza alcuna difficoltà.
Vale comunque la pena farlo perchè è lunico modo
per avvicinarsi al ghiacciaio ed alla cascata e perchè
la vista dal basso è davvero spettacolare.
Il pomeriggio è ancora lungo e ci spostiamo in centro
per confermare la whalewatching cruise di domani.
Parcheggiare a bordo strada è quasi impossibile e
bisogna utilizzare apposite strutture, equivalenti ai
nostri parcheggi coperti, dove lasciare lauto costa
circa 50 centesimi lora. Il centro città è molto
carino, anche se un po turistico, e sempre animato.
Enormi navi da crociera riempiono il porto e i negozi di
souvenir da turisti prevalgono su quelli
originali. Facciamo una piacevole passeggiata
sulla Franklin Street e riprendiamo la macchina per
andare al Last Chance Mining Museum (ingresso 4$ a
testa), isolato oltre la fine di Basin Road. Il museo
sorge sul sito di una vecchia miniera e illustra la vita
e la strumentazione dei vecchi minatori, anche attraverso
belle foto depoca. La visita non richiede molto
tempo (circa unora) e può essere un buon diversivo.
Concludiamo la giornata con unottima cena allo
storico locale Red Dog Saloon, tanto storico e famoso da
avere la fila fuori dalla porta fin sulla strada.
Ambiente country, atmosfera calda, trofei di caccia alle
pareti, musica dal vivo...; inutile dire che una visita
è dobbligo.
PASTI: colazione al B&B; pranzo
Paradise Bakery, 245 Marine Way, Juneau 11,25$ in
due (Egan Drive, di fronte al parcheggio coperto); cena
Red Dog Saloon 29,30$ in due (reddogsaloon.com).
NOTTE: Duck Creek B&B, 4118 Aspen Ave., Juneau
(tel. 907.789.7688, duckcreekbedandbreakfast.com, jsdavis@gci.net,
99$ BB)
mercoledì 29 giugno. JUNEAU
Quando su un sito di previsioni meteo avevamo letto
possibilità di pioggia 80% non pensavamo che
si riferisse all80% della giornata. Tantè
che oggi piove più di ieri. Del resto se cè la
foresta pluviale un motivo ci sarà. Alle 8:30 siamo
allufficio di Orca Enterprises per il check-in (Orca
Enterprises, 493 South Franklin st, Juneau, tel. 907.789.6801,
orcaenterprises.com, alaskawhalewhatching.com, orca@alaska.com
129,95$ a testa) e alle 9 siamo sul pullmino
che ci porta al molo su Auke Bay. A riprova
delleffetto barriera che le montagne creano,
notiamo che più la barca si sposta al largo più il
tempo migliora, tanto che facciamo quasi tutta
lescursione senza pioggia. Escursione che è molto
bella, per gli avvistamenti, per i panorami e per la
gestione da parte del personale. Non vediamo le orche che
tanto desideravamo, ma tante megattere, anche durante il
pasto, quando escono dallacqua saltando in
verticale tutte insieme. E una scena nuova per noi
e ci piace. Purtroppo, o per fortuna, la legge americana
non permette alle barche di avvicinarsi come fanno in
altre parti del mondo, quindi le balene sono decisamente
lontane, a meno che non decidano di loro iniziativa di
avvicinarsi. Dopo circa 3 ore in mare rientriamo verso la
costa e sotto le nuvole cariche dacqua. Avrà anche
ragione la cara signora del B&B a dire che a loro
piace così, però...
Dopo pranzo gironzoliamo ancora un po fino
allAlaska State Museum (ingresso 5$ a testa),
che si rivela molto interessante, veramente da vedere.
Rinunciamo alla salita in funivia al Mt.Roberts perchè
27 dollari a testa per la sola andata ci sembrano un
furto per crocieristi; in più non sarebbe nemmeno
consigliabile scendere a piedi a causa della pioggia
insistente. Ci togliamo allora la curiosità di andare a
vedere cosa cè alla fine della strada, visto che
Juneau è lunica capitale americana senza un
accesso via terra. Ebbene, alla fine della strada
semplicemente ci sono il bosco e un piccolo cartello
giallo con scritto THE END. Troppo forte.
PASTI: colazione al B&B; pranzo Subway
23,63$ in due; cena McDonalds
15,83$ in due.
NOTTE: Duck Creek B&B, 4118 Aspen Ave., Juneau
(tel. 907.789.7688, duckcreekbedandbreakfast.com, jsdavis@gci.net,
99$ BB)
giovedì
30 giugno. JUNEAU ANCHORAGE DENALI
Sveglia presto per volare ad Anchorage. Saluti e baci
alla signora, riconsegnamo lauto, decolliamo e poco
dopo le 9 siamo già in strada verso nord (noleggio
auto National 495$, nationalcar.com). La meta è il
Denali, a circa 5 ore da Anchorage, ma prima vogliamo
fermarci alla fattoria dei buoi muschiati a Palmer (muskoxfarm.org
9$ a testa). Questi preistorici bovini pelosi
vengono allevati per la produzione di lana, che chiamano
"qiviut" e che pare essere la più morbida del
mondo. Anche la fattoria, se abbiamo capito bene, è l'unica
al mondo che alleva queste bestioline. Inutile dire che
gli indumenti prodotti con questa lana costano cifre
spaventose. E altrettanto inutile è dire che sono
riuscito a farmi sgridare anche nella farm dei buoi
muschiati: c'era un recinto con un bell'esemplare seduto
in posa... La signora ci aveva detto chiaramente di non
andare là, però come facevo?! Non è che potevo
lasciarlo lì senza una foto. "Mi ha chiamato lui!"
le ho detto mentre mi rimproverava. Nel complesso
una bella visita e una deviazione che merita di essere
fatta: si viene informati sulla gestione della farm e
sulla vita dei bovini e si fa un giretto tra i recinti
con la possibilità di offrire ciuffi derba agli
animali.
Arriviamo al Denali verso le 18 e subito confermiamo al
Visitor Center il bus delle 5:15 di domani per Wonder
Lake. Il Denali N.P. (denali.national-park.com oppure
nps.gov/dena/index.htm) è una vastissima area ai
piedi del celebre Mt.McKinley, il Denali appunto,
quello alto nella lingua dei nativi, e non si
può visitare in maniera autonoma. Esiste un servizio di
bus navetta che collega il Visitor Center a Kantishna, 92
miglia più a ovest. Questi bus vanno prenotati con
massimo anticipo e consentono ai visitatori di scendere
ad una delle fermate segnalate o in un qualunque punto
del percorso. La fermata di Kantishna è solitamente
scelta da chi campeggia in quella zona, mentre il tour
più lungo che conviene prenotare per una escursione in
giornata è quello che arriva a Wonder Lake (circa 13
ore andata e ritorno 43,25$ a testa). Il bus
effettua soste alle fermate stabilite e ad ogni
avvistamento per permettere ai visitatori di scattare le
foto migliori. Esiste anche un tour con guida a bordo che
spiega più nel dettaglio le caratteristiche del parco e
dellintera zona.
Gli alloggi sono comprensibilmente molto costosi, per
questo ci sentiamo di segnalare il nostro RV Park vicino
a Healy sia per lottimo rapporto qualità/prezzo
che per la relativa vicinanza al parco. Per contro la
cittadina di Healy altro non è che un gruppo di case con
quanche hotel, un distributore e alcuni ristoranti.
PASTI: colazione al B&B; pranzo
al sacco 6,99$ in due; cena Totem Inn,
Healy 26$ in due.
NOTTE: Denali RV Park e Motel, 245.1 Parks Hwy,
Healy (tel. 3168413573, 907.683.1500, denalirvpark.com,
stay@denalirvparkandmotel.com, 59$ B)
venerdì 01 luglio. DENALI
E così alle 5:15 siamo sul bus che ci porterà a Wonder
Lake, nel cuore del Denali National Park. Il bus è di
quelli vecchi, verde e cigolante, con i finestrini
traballanti e i sedili un po consumati. Non sarà
il mezzo migliore con cui fare un viaggio di 13 ore, ma
fa molto Alaska e ci piace così. E ovviamente
pieno di visitatori e ci chiediamo subito come facciano a
garantire il recupero di quelli a piedi, quando non
cè un posto neanche per quelli che pagano in
anticipo.
Il tempo non è dei migliori, ma non piove e già siamo
contenti. Ci dicono che lo scopo principale di chi visita
il parco è vedere la cima del Mc.Kinley, ma ci dicono
anche che possono passare settimane prima che le nuvole
la lascino visibile. Come nella totalità dei parchi
dellAlaska, anche in questo caso la gestione dei
ranger è lasciata al minimo e il parco si trova in uno
stato quasi naturale e selvaggio. Sinceramente ci sembra
un po una forzatura e un voler mantenere vivo il
mito dellultima frontiera e della terra selvaggia,
dellAlaska ultimo baluardo della natura sovrana e
incontaminata. E possibile campeggiare in aree
attrezzate, ma appunto il soggiorno può durare anche
molti giorni senza garantire la visione della cima.
Lo stesso dicasi per gli avvistamenti di wildlife. In
tutto il giorno ci fermiamo circa sei volte per
fotografare cinque specie diverse. Tutte viste dal
pullman e per pochi secondi. Quindi viene da chiedersi:
siamo delusi o soddisfatti? Non lo sappiamo. Sia chiaro,
una gita molto bella, però finisce per essere anche un
po' noiosa. Tredici ore in bus con un avvistamento di
dieci secondi ogni 2 ore circa non è tanto. Noi siamo
anche stati fortunati e ne usciamo contenti, anzi molto
contenti, però se non avessimo visto il moose maschio e
femmina col piccolo, il caribou maschio e femmina, l'orso
sulla strada, i bighorn su una montagna, la volpe e
soprattutto tre lupi... saremmo usciti decisamente delusi.
Insomma, per farla breve, un bel parco con diverse
possibilità di avvistamenti, ma visitabile in un solo
giorno senza grossi rimpianti. Se poi lo scopo della
visita è vedere il McKinley beh... allora meglio essere
molto fortunati o avere diversi giorni a disposizione,
altrimenti conviene non andare perchè gli stessi ranger
dicono che è visibile in media un giorno su quattro, ma
può stare coperto anche per un mese intero.
Anche la tanto sbandierata libertà, la possiblità di
scendere dal bus in ogni punto per camminare into
the wild, ci lascia alquanto perplessi. E
vero che in teoria si può camminare in ogni direzione,
ma di fatto secondo noi le possibilità di muoversi a
piedi con soddisfazione sono quasi zero, a meno di non
campeggiare all'interno. Non ci sono sentieri battuti e
segnalati, a parte qualcosa vicino alle fermate, e questo
va bene per proteggere l'ambiente, ma le vallate sono
vastissime e in pratica, salvo rare eccezioni, non c'è
mai uno scopo nella passeggiata, non c'è un viewpoint da
raggiungere o una cascata o un canyon o altro del genere...
Insomma si può vagare indefinitamente all'infinito in
mezzo al nulla, inseguendo la vetta di una collina, che
magari è solo la prima di una lunga serie. Oppure si
può entrare in una zona vietata senza rendersene conto,
visto che i cartelli sono sulla strada.
Abbiamo visto persone (poche) che camminavano sulla
stessa strada che fanno gli autobus. E allora che wild è?
Forse campeggiando più nel profondo si riesce a fare e
vedere qualcosa in più, ma col bus si riduce il tutto ad
una semplice gita turistica.
Insomma, tutto molto bello, ma ci aspettavamo qualcosa di
più da questo tanto celebrato parco.
PASTI: colazione 6$ in due; pranzo
al sacco 6$ in due; cena al sacco 16,95$
in due.
NOTTE: Denali RV Park e Motel, 245.1 Parks Hwy,
Healy (tel. 3168413573, 907.683.1500, denalirvpark.com,
stay@denalirvparkandmotel.com, 59$ B)
sabato 02 luglio. DENALI
NORTH POLE DENALI
Il piano prevedeva una nuova escursione al Denali, ma la
visita del giorno prima ci ha soddisfatto e non pensiamo
di poter essere più fortunati di così. Tanto più che
il tempo rimane poco favorevole. Così anticipiamo
lescursione verso nord, verso Fairbanks e
soprattutto verso North Pole, dove risiede Babbo Natale
in persona (Santas House, 101 Saint Nicholas Dr,
North Pole, circa 2 ore da Healy chiusura alle 20,
tel. 907.488.2200, santaclaushouse.com, info@santaclaushouse.com).
E infatti lo troviamo lì in tutta la sua babbonatalezza,
con il cappello, le renne, gli addobbi e tutte le altre
cosine. Il negozio è un grande magazzino di articoli
natalizi, un po meno vasto di quanto pensavamo, ma
comunque il paese dei balocchi per chi come noi ama la
parte decorativa del Natale. Ne usciamo
carichi come portatori sherpa e con un problema di
bagaglio a mano.
Già che siamo arrivati fin quassù in anticipo, facciamo
un giro a Fairbanks, che davvero non ha niente da offrire,
a parte il Pioneer Park, un incrocio tra un parco
tematico e un giardino pubblico. Carino, ma niente di
più. L'ingresso è gratuito.
Alla fine abbiamo rinunciato all'escursione al circolo
polare perchè avremmo dovuto percorrere 200 miglia da
Fairbanks e poi tornare al Denali: solo l'andata e il
ritorno da Faribanks avrebbero richiesto più di sei ore
di guida. Troppo anche per noi.
PASTI: colazione 5$ in due; pranzo
al sacco 8$ in due; cena Roses Cafè,
249.5 Parks Hwy, Healy 31,40$ in due (consigliatissimo).
NOTTE: Denali RV Park e Motel, 245.1 Parks Hwy,
Healy (tel. 3168413573, 907.683.1500, denalirvpark.com,
stay@denalirvparkandmotel.com, 59$ B)
domenica 03 luglio. DENALI
CHITINA/MC.CARTHY
Ovviamente piove. La giornata prevede il lungo
trasferimento verso il Wrangell-St.Elias N.P., ma abbiamo
tempo e ci concediamo la visita guidata ai canili del
Denali (sled-dog kennels). La visita è gratuita e una
navetta parte dal Visitor Center ad orari prestabiliti.
Alcuni cani sono nelle gabbie, altri sono semplicemente
legati alla propria cuccia e possono essere accarezzati e
coccolati dai visitatori. Si cammina liberi tra gli
animali e poi ci si raduna su una tribunetta per
assistere ad una dimostrazione di traino della slitta.
Per raggiungere Chitina, ultima cittadina prima del
Wrangell-St.Elias, decidiamo di percorrere la scenic
Denali Highway da Cantwell, rassicurati anche dalle
parole di un ranger che, nonostante la pioggia, ce ne
parla come di unottima strada. La strada in effetti
è ottima, ma forse in condizioni asciutte lo è anche di
più. E sicuramente panoramica, ma è anche lunga
130 miglia e completamente sterrata. Una vera goduria con
la pioggia. Ne usciamo dopo oltre tre ore, soddisfatti
per le viste e con una macchina che sembra un mezzo
anfibio della guerra del Vietnam. Ci sentiamo di
consigliarla, soprattutto col bel tempo.
La Denali Highway termina sulla Richardson Highway in
località Paxson, dove conviene far benzina al
distributore che si trova allincrocio. Il prossimo
si troverà dopo parecchie decine di miglia verso sud.
Occorrono circa 3 ore per arrivare a Chitina (pronunciato
Cìtna, come non ci sarebbe mai venuto in mente), da cui
parte la Mc.Carthy Road verso il cuore del Wrangell-St.Elias.
La strada è bella e scorre veloce, con le montagne a
fare da sfondo. Nellultimo tratto esce anche il
sole e i panorami si accendono di luce. Lungo la strada
che collega Chitina al parco troviamo un allevamento di
yak tibetani e, neanche a dirlo, ci fermiamo e li
fotografiamo tutti, uno per uno. Certo viene da chiedersi
come possa nascere lidea di allevare yak tibetani...
Però magari qui è normale.
Avvertiamo un leggero languorino, ma da ore non si vede
neanche un bar. E chiaro che in Alaska, ma in
questa zona in particolare, occorre dare il giusto peso
alle indicazioni delle località sulle mappe: spesso si
tratta di semplici avamposti con poche case. Solo le
città vere e proprie garantiscono la presenza di
distributori o ristoranti, quindi quando se ne incontra
uno conviene approfittare. Cosa che noi non facciamo,
convinti che in prossimità del parco abbondino le
opportunità. Sbagliatissimo. Arriviamo alla fine del
tratto asfaltato della Mc.Carthy Road, proprio alle porte
del parco, e troviamo lunico hotel-ristorante di
tutta la giornata. Non ci ispira troppo, ma non abbiamo
alternative. Ordiniamo una cena a base di hamburger della
casa in un ambiente simile ai bar sgangherati del west,
ma prima di riuscire a piazzare il primo morso ci viene
incontro un indigeno chiaramente avvinazzato che punta il
dito e ci dice: Voi non siete di qui!. In
effetti no, non siamo di qui. Cerchiamo di essere gentili
e sorridenti e lui, sembre in piedi col bicchierone in
mano, ci parla dei pesci giganti di un fiume che solo lui
conosce, ci chiede che pesci abbiamo preso noi e dove
andremo dopo cena... No, non siamo qui per pescare. Aah,
non pescate. No, mi dispiace. Arrivano i panini e lui ci
fa cenno di mangiare. Grazie, gentilissimo. E poi
appoggia il bicchierone e... si siede al nostro tavolo! E
adesso?! Mangiamo un po a disagio mentre continua a
raccontarci le sue imprese di pesca e forse anche di
caccia, perchè non è che si capisca proprio bene quello
che dice. Comunque in fondo è innocuo e anche simpatico,
così riusciamo a terminare i paninoni e, tra un pesce
gigante e un orso ci scappa la domanda: ma come fate
dinverno a 40 gradi sotto zero? E lui, candido e
innocente come un cherubino, ci guarda come fossimo scemi
e dice: Non stiamo qui. Andiamo alle Hawaii!.
E lì ci torna in mente laeroporto di Juneau e
tutte quelle palme fotografate sui muri. Ma la verità
completa la scopriremo solo il giorno seguente.
Lasciamo il nostro nuovo amico che invece non ci vuole
lasciare e insiste per accompagnarci alla macchina. Ce ne
andiamo pensando ai vecchi film tipo The
hitcher, ma nessun fanale compare mai nello
specchietto retrovisore.
Da questo punto la Mc.Carthy Road diventa sterrata e tale
rimane fino al ponticello pedonale sul Kennicot River, 60
miglia più avanti. Ridiamo mentre ci avviciniamo alla
Halfway House, situata appunto a metà strada tra Chitina
e Mc.Carthy, e ridiamo anche quando ne troviamo
laccesso e passiamo davanti alla sgangherta capanna
per gli attrezzi. Ecco il tuo bungalow.
dico tra una battuta e laltra. Ma le
sorprese non sono ancora finite.
Parcheggiamo davanti alla bella casa padronale e una
garrula signora ci viene incontro e ci invita in casa. Ma
che bella accoglienza! Si parla del più e del meno, si
ride dellubriaco, si conosce il cane di casa e alla
fine la domanda che cambierà tutto: Posso esservi
utile in qualche altro modo?. E noi, ingenui:
Ooh no, grazie, troppo gentile. Siamo un po
stanchini per il lungo viaggio: ci basta una bella doccia
calda e poi via a letto.. Ecco, la doccia calda.
Lei rimane perplessa e sorpresa e ci invita a sistemarci
nel nostro bungalow dicendo che intanto ci prepara la
doccia. Cosa avrà voluto dire!?! Lo scopriamo subito
dopo.
Altro che into the wild...! L'ameno B&B è la dimora
di questa famiglia del Michigan, trasferita in Alaska
dopo un fallimento, che ha deciso di abbandonare lo
stress e la vita cittadina per vivere nella semplicità
più totale. Niente elettricità, niente acqua corrente,
niente gas. Insomma... niente. Che detto così non è
tanto male, anzi... Solo che dopo una giornata di
camminate e macchina e pioggia e tutto il resto si
avrebbe voglia di qualcosa un po confortevole.
Invece niente. Appunto.
La camera (onestamente ben sistemata con un letto caldo e
comodo) è veramente la capanna degli attrezzi che poco
prima avevamo deriso, la doccia è una tenda tipo quelle
di Decathlon montata cinquanta metri più in là, tra le
piante in riva al fiume con appeso un sacchetto pieno d'acqua
scaldata nella pentolaccia sul fuoco, il bagno è
unaltra cabinetta con due assi di legno e un buco
nel terreno. E per lavarsi la mattina? Beh... qui
sconfiniamo quasi nel lusso: un catino di ferro in cui
versare un bottiglione d'acqua del fiume. Naturalmente il
fiume - neanche a dirlo - nasce direttamente dal
ghiacciaio. Del resto non possiamo mica pretendere tutte
le nostre piccole comodità.
Non serve molta fantasia per immaginare la nostra faccia
quando abbiamo capito che il sito della location non era
proprio limpidissimo nel descrivere la situazione reale.
E noi che presi dalla gentilezza della padrona abbiamo
prenotato due notti! E allora, perchè non siamo andati
via? Perchè è uno dei luoghi più dispersi nel niente
che abbiamo mai incontrato e perchè è la sera tra il 3
e il 4 luglio e non crediamo ci siano molte alternative
nei dintorni.
Sia chiaro, la posizione è comodissima per raggiungere
il Wrangell-St.Elias N.P., la colazione in casa sarà
superba e il prezzo conveniente, però se non si è
preparati ad un'esperienza un po' diversa si rischia di
rimanerci male. Alla fine comunque si sopravvive e non è
certo un trionfo di puzza da un buco per terra a
scoraggiarci. Ammettiamo però che stare nudi nella tenda
in riva al fiume con zanzare grandi come cavallette e un
freddo assassino... è unesperienza da uomini veri.
Resterà uno dei ricordi più divertenti di sempre.
PASTI: colazione 6$ in due; pranzo
al sacco 7$ in due; cena Hotel Chitina
31,40$ in due.
NOTTE: Alaska Halfway House, mile 27 Mc.Carthy
Road, Chitina (alaskahalfwayhouse.com, info@alaskahalfwayhouse.com,
100$ BB done bunkhouse)
lunedì 04 luglio. CHITINA
MC.CARTHY
La notte nellattrezzaia passa benissimo e siamo
così parte del wild che lacqua del catino ci
sembra un trattamento rinvigorente. La colazione, come
anticipato, è eccellente e sontuosa, anche se
allinizio le marmellate di fiori di campo ci
lasciano un po perplessi. Tra una chiacchiera e
laltra perchè la proprietaria non vede
lora di raccontare la sua storia capiamo
finalmente come funziona la vita quassù. Ci dice che lo
stato dellAlaska, per invogliare gli americani dei
lower 48 (così chiamano gli altri stati) a trasferirsi
quassù, concede ad ogni persona residente un vitalizio
pari ad una cifra compresa tra i 20000 e i 40000 dollari
allanno. Ogni anno, a fine ottobre, il versamente
viene automaticamente fatto sul conto. Lunica
condizione è riuscire a resistere il primo anno. In
pratica ci si trasferisce e si lavora sodo per un anno,
poi si diventa residenti dellAlaska e si gode per
sempre del contributo. Ci spiega che molte famiglie sono
numerose, con 4-5 figli e nonni tutti insieme. A questo
contributo esentasse si aggiungono ovviamenti i redditi
del proprio lavoro e delle proprie attività.
Probabilmente a questo punto coglie la golosità nei
nostri occhi e si affretta a ricordarci che la pacchia
non vale per gli stranieri. Peccato.
Anche a lei facciamo la domanda sui 40 sotto zero e anche
lei ci parla di Hawaii. Ci spiega che molti residenti
occupano le loro case durante la primavera e lestate,
magari conducendo attività legate al turismo, e poi se
ne vanno alle Hawaii, dove spesso hanno altre attività
ricettive o in qualche modo legate allaccoglienza
turistica. Loro però alle Hawaii non ci vanno perchè
hanno deciso di stare nel wild. Quindi durante
linverno stanno chiusi in casa col solo ausilio del
generatore, sepolti sotto metri di neve, collegati al
mondo esterno tramite una radio. E cosa fate in quei mesi
freddi e bui, con 2-3 ore di luce al giorno? Semplice:
aspettiamo che passi un animale e gli spariamo. Poi ne
prendiamo e lavoriamo la pelliccia e ne cuciniamo la
carne. Ci racconta di come hanno passato un inverno
mangiandosi un alce, di come pochi mesi prima abbiano
catturato una lince e di come due anni prima abbiano
preso lorso e il lupo. Tutto legale naturalmente. E
per le provviste come si fa? Anche questo è molto
semplice: si compra un grande congelatore e a fine
settembre si va ad Anchorage e si fa la spesa per 6 mesi.
Non sappiamo se provare invidia o dispiacere per loro;
probabilmente un sentimento a metà.
E il 4 luglio, grande festa dellindipendenza.
Chissà che confusione a Mc.Carthy e Kennicott. Siamo
già a metà strada e in unora arriviamo al ponte
pedonale. Il parcheggio a pagamento (5$ al giorno) è
proprio sulla sinistra del ponte, mentre duecento metri
prima cè quello gratuito del visitor center. Zaino
in spalla e via sul ponticello, sotto uno splendido cielo
azzurro. Al di là del fiume cè anche la
possibilità di prendere un minibus navetta per Mc.Carthy,
ma dista solo un miglio e la camminata è piacevolissima.
Mc.Carthy e Kennicott sono due località sorte nei pressi
della miniera di rame, ora abbandonata. Così come la
miniera anche i paesini sono quasi disabitati, tanto che
i residenti di Mc.Carthy sono appena 15. Kennicott in
particolare è la memoria storica dell'insediamento per l'estrazione
del rame e conserva ancora impressionanti strutture in
legno. Solo cinque miglia separano le due località, ma
conviene servirsi del servizio navetta (10$ a/r a persona).
Da qui parte il sentiero per il Root Glacier, che per
chilometri è coperto di sabbia e ghiaia e poi appare
bianchissimo alla fine del trail. Tutto molto bello. Il
sentiero tra gli alberi è lungo 1,5 miglia, ma è
possibile percorrerne altre 2,5 per arrivare ad un punto
panoramico proprio sopra il ghiacciaio. Noi facciamo solo
la prima parte, sia perchè in pratica ci arriviamo sopra,
sia perchè vogliamo andare a Mc.Carthy per vedere le
celebrazioni della festa. Dedichiamo un po di tempo
a Kennicott, cui le vecchie strutture in legno
conferiscono un fascino grandissimo, e riprendiamo la
navetta per Mc.Carthy. Altro che confusione: il paese
sembra uscito dal far west, con i pochi abitanti e un
centinaio di turisti intenti a competere nelle gare di
mangiatori di torte, di lancio dell'uovo, di lancio del
ferro di cavallo e altri fantastici giochi del genere.
Non ci facciamo mancare proprio niente. Siamo contenti di
aver partecipato a questa piccola e semplice festa
paesana. Il finale di giornata non può che essere la
naturale conclusione del pomeriggio: un paninazzo con
secchio di ketchup e patatine nellunico bar-saloon
del paese al ritmo country di unorchestra che suona
dal vivo. Si conoscono tutti e tutti mangiano e ballano
insieme come nei vecchi film western. Noi siamo un
po a margine, ma ci piace un sacco.
PASTI: colazione al B&B; pranzo
al sacco 6$ in due; cena Golden Saloon, Mc.Carthy
37$ in due.
NOTTE: Alaska Halfway House, mile 27 Mc.Carthy
Road, Chitina (alaskahalfwayhouse.com, info@alaskahalfwayhouse.com,
100$ BB done bunkhouse)
martedì 05 luglio. MC.CARTHY
VALDEZ GLENALLEN
Salutiamo la nostra attrezzaia e, sotto una pioggia
battente, ci mettiamo in strada verso Valdez. Il tratto
della Richardson tra Chitina e Valdez (circa 2,5 ore) è
stupendo, una delle strade più belle che abbiamo mai
percorso: ghiacciai, montagne, cascate e tanto verde.
Veramente uno spettacolo. A fine mattinata è uscito
anche il sole e tutto ha acquistato ancora maggior
fascino. La stessa Valdez è molto carina. Non ha tanto
da offrire, ma è un bel porticciolo schiacciato tra le
montagne innevate e il mare. La scarsa affluenza
turistica la rende ancora più caratteristica. Cè
pure una lontra che sgranocchia molluschi tra i
pescherecci e le banchine. Troviamo sollievo dalla
pioggia allinterno del Valdez Museum (217 Egan
Drive, Valdez, valdezmuseum.org 7$ a testa) e
poi ci lasciamo tentare da un fast food a base di pesce,
da cui usciamo gonfi e sazi come pitoni dopo il pasto.
Torniamo sulla Richardson in direzione nord e sulla
strada ci fermiamo al Worthington Glacier (miglio 28,6) e
alle Bridal Falls (proprio sulla strada al miglio 14,8).
Arriviamo a Glenallen dopo circa tre ore e raggiungiamo
il nostro bellissimo lodge sul Lake Louise. Sarà la
netta differenza con il precedente alloggio, sarà il
lago che col sole è stupendo, sarà che incontriamo una
mamma moose col suo piccolo... questo posto ci sembra
fantastico. Il lake Louise si trova a nord della Glenn
Highway ed è poco conosciuto, ma trovandosi in zona è
veramente un peccato non farci un giro. Il lodge poi ci
appare super lussuoso, salone in legno e pietra con
caminone, camera ampia con vista lago, doppio queen bed,
doccia calda senza limiti: non ci sembra vero.
PASTI: colazione al B&B; pranzo
Alaska Halibut House, Valdez 35,39$ in due; cena
al sacco 3$ in due.
NOTTE: The Point Lodge, mile 1752 Lake Louise Road,
Glenallen (tel. 907.822.5566, thepointlodge.com,
thepointlodge@gmail.com, innkeeper@thepointlodge.com, 125$
BB)
mercoledì 06 luglio.
GLENALLEN SEWARD
Giornata di lungo trasferimento verso Seward. Ovviamente
cè un sole splendente senza una nuvola.
Percorriamo tutta la Glenn Highway e prima di arrivare ad
Anchorage ci fermiamo al Matanuska Glacier. Non volendo
pagare lesoso accesso alla proprietà privata che
precede il ghiacciaio ci siamo limitati a belle foto dai
viewpoints sulla strada. Pensiamo che valga la pena
scendere solo se si ha intenzione di fare una delle
attività guidate che vengono proposte. Il ghiacciaio è
molto bello e impressionante anche dalla highway.
Superata Anchorage ci dirigiamo verso sud costeggiando il
Turnagain Arm, uno dei due fiordi allincorcio dei
quali sorge la città. La strada è molto panoramica e
costituisce degna anteprima per le bellissime 120 miglia
della Seward Highway. Ci fermiamo in corrispondenza di
diversi viewpoints, ma non riusciamo a cogliere lo
spettacolare arrivo dellonda di alta marea.
Pazienza, la vista è comunque unica.
Sul lato opposto del fiordo sorge la caratteristica
cittadina di Hope (il nome dice già tutto). La
deviazione è ben visibile sulla destra e la strada che
la collega alla highway è molto ben tenuta, diversamente
da quanto indicato sulle guide. Ci saranno in tutto venti
case, tutte immerse nel verde, con un delizioso "borgo"
storico affacciato sul fiordo. Spesso ci si concentra su
itinerari che comprendono solo le attrazioni più
pubblicizzate, ma quasi sempre sono questi piccoli scorci
di normalità che rimangono nella memoria e lasciano i
ricordi più particolari. Vale assolutamente la pena
spendere un'ora per andare a Hope. Occorre solo fare
attenzione al cartello che indica la parte vecchia della
città, perché proseguendo sempre dritto si arriva alla
fine della strada, contro il bosco.
Quasi alla fine della Seward Highway, poche miglia prima
di Seward, si trova sulla destra la deviazione per
lExit Glacier. Il ghiacciaio è tanto famoso quanto
accessibile e probabilmente deve la sua fama proprio alla
facilità con cui è raggiungibile. La strada conduce
direttamente ad un parcheggio da cui parte un breve
sentiero che in pochi minuti porta ai piedi della distesa
di ghiaccio. Non è certo il più bel ghiacciaio che si
possa vedere, ma la comodità di poterlo ammirare da
vicino con poco sforzo giustifica la sosta. Molto più
interessante e spettacolare è sicuramente il trail che
ne costeggia il fianco fin quasi alla sommità. Per
mancanza di tempo non siamo riusciti a farlo, ma
sicuramente ne sarebbe valsa la pena.
Dopo il ghiacciaio andiamo al porto a confermare la
crociera di domani allufficio della Kenai Fjords
Tours (Kenai Fjords Tours, 1304 W Fourth Avenue,
Seward, tel. 907.224.8068, kenaifjords.com, info@kenaifjords.com,
info@ahtours.com - 6 hours national park tour, 158$ a
persona) e chiudiamo la giornata con una sontuosa
cena a base di granchi reali al famoso e consigliatissimo
Rays Waterfront.
PASTI: colazione al lodge; pranzo al
sacco 6,55$ in due; cena Rays
Waterfront, Seward 87,74$ in due.
NOTTE: The Farm B&B, 11828 Salmon Creek Road,
Seward (tel. 907.224.5691, http://thefarmbedandbreakfast.com/default.aspx,
thefarm@ptialaska.net, 103S BB cottage pvt bath)
giovedì 07 luglio. SEWARD
HOMER
La crociera parte alle 8 e larzilla vecchietta che
si occupa delle colazioni al nostro B&B, pur avvisata
con larghissimo anticipo, non ci apre la porta prima
dellorario previsto. Forse alla fine è meglio
così, per imbarcarsi senza lo stomaco troppo pesante.
Lescursione nel Kenai Fjords N.P. che abbiamo
scelto dura circa 6 ore e comprende la visita dei fiordi
e di alcuni ghiacciai, con soste in caso di avvistamenti
di wildlife. Volevamo lorca e il puffin e li
abbiamo avuti entrambi. Soprattutto lorca ci ha
emozionato per potenza e nobiltà. Abbiamo incontrato una
famiglia completa: maschio femmina e piccoli. Tutto
veramente molto bello. Ma è tutta la crociera a meritare
un voto molto alto, sia per la meraviglia degli scenari
che per la varietà degli avvistamenti. Solo il puffin si
fa un po desiderare, ma senza vergogna, mentre
rientriamo verso Seward, vado personalmente dal
comandante per dirgli che non sarò felice finchè non
avrò una bella foto di uno di questi esemplari. Il caso
vuole che una ragazza americana sia lì per chiedere la
stessa cosa. Se labbia fatto per soddisfare me o
lei non è importante, comunque allarga la rotta e ci
porta in una insenatura dove vediamo puffins che nuotano,
che volano e che si riposano sugli scogli. Si spaventano
abbastanza facilmente quando il barcone si avvicina, ma
ci riteniamo soddisfatti. A questo punto dovremmo andare
a Homer, ma non possiamo rinunciare allAlaska
Sealife Center (alaskasealife.org 20,80$ a testa):
non bello e spettacolare come un grande acquario, ma un
buon diversivo per trascorrere qualche ora rilassata. Noi
ci stiamo unora e poi via di corsa verso Homer per
fare il check-in dellescursione al Katmai di domani.
Il motivo di tanta fretta è che lufficio chiude
alle 20 e servono più di tre ore per arrivarci.
Tra una cosa e laltra - ci sono anche i lavori
stradali - arriviamo poco dopo le 19:30 e troviamo la
signorina di Bald Mountain Air (Bald Mountain Air
Service, Homer Spit Road, Homer, tel. 907.235.7969,
baldmountainair.com, bears@baldmountainair.com, 635$ a
testa, day trip) agitatissima perchè non ci aveva
ancora visti e temeva non riuscissimo a fare il
necessario check-in del giorno prima. Per fortuna tutto
bene. Quindi domani vedremo questo tanto atteso Katmai e
questi orsi. Speriamo che almeno il meteo ci risparmi e
di trovare, se non proprio il sole, una giornata senza
pioggia.
PASTI: colazione al sacco 3$ in due;
pranzo compreso nella crociera; cena Old
Town Steakhouse, Homer 55,90$ in due (ottimo).
NOTTE: Old Town B&B, 106 W.Bunnell Street,
Homer (tel. 907.235.7558, oldtownbedandbreakfast.com,
oldtown@xyz.net, 95$ BB arthurs shared wc)
venerdì 08 luglio. HOMER
ANCHORAGE
Le persiane della camera lasciano entrare una luce chiara.
Non ci lasciamo illudere e apriamo la finestra piano
piano: il sole è alto nel cielo azzurro. Da non crederci.
Col cuore leggero facciamo colazione (molto bello e
particolare il nostro B&B, consigliatissimo) e poi ci
dirigiamo al dock sul Beluga Lake per prendere lidrovolante
che ci porterà al Katmai.
Il Katmai, appunto. Il parco non è raggiungibile via
terra ed è, come quasi tutti i parchi dellAlaska,
conservato in uno stato naturale, quasi intoccato. Al suo
interno esistono solo pochi avamposti che comprendono
alcuni lodge e stazioni dei rangers. Tutto il resto è
selvaggio e dominato dagli orsi. Pur essendo
raggiungibile solo volando non esistono piste di
atterraggio e quindi lunico mezzo utilizzabile è
lidrovolante, che plana sui laghi e i fiumi di
volta in volta scelti per lesplorazione. Sì,
perchè il luogo in cui avvistare gli animali cambia in
base alla stagione ed ai loro periodici spostamenti. Il
sito più noto è larea attorno alle Brooks Falls,
dove gli orsi arrivano a fine giugno per pescare i
salmoni che nello stesso periodo cominciano la lunga
risalita del Brooks River per riprodursi. Nei mesi
precedenti sono invece visibili più a monte. Ogni
compagnia ha comunque un calendario aggiornato con le
zone più indicate per avvistarli, mese per mese, e varia
i propri itinerari in base a questo. I pacchetti standard
comprendono il trasferimento in idrovolante,
losservazione degli orsi e, su richiesta, il
pernottamento in uno dei lodge. Inutile dire che tutto
questo è incredibilmente costoso. Il pacchetto più
economico (attorno ai 600 dollari a persona) è quello
che prevede lescursione giornaliera da Homer o da
Anchorage, mentre quelli più costosi comprendono diverse
notti e battute di pesca nei fiumi e nei laghi del parco.
In questi casi i prezzi salgono a cifre superiori ai 2000
dollari a persona. Abbiamo riflettuto a lungo
sullopportunità o meno di fare questa pazzia -
perchè una spesa del genere è tale - e alla fine in
nome del once in life labbiamo
prenotata.
In breve, la gita funziona così: si vola fino al Brooks
Lake, ci si fa ammaestrare da un ranger, si lascia ogni
tipo di prodotto commestibile al campo, si cammina
mezzora nel bosco fino ai punti di osservazione sulle
cascate, si vedono gli orsi e si ripete tutto al
contrario per tornare alla città di partenza.
Sia i rangers che gli organizzatori dellescursione
sono molto preparati e spiegano infinite volte i
comportamenti da tenere in presenza degli orsi. In
generale tendono ad esagerare un po, ma è meglio
così, visto che in effetti si cammina nel loro
territorio. In realtà il tutto è decisamente meno
avventuroso di come lo dipingono, però è vero che
esiste la concreta possibilità di incrociare un orso
durante il pur breve percorso a piedi sul sentiero. In
pratica gli animali se ne vanno in giro qua e là ed i
visitatori devono stare ad almeno 50 metri di distanza da
loro. Cosa non difficile perchè gli orsetti, per
ammissione degli stessi rangers, sono ormai abituati alla
presenza delle persone ed evitano gli incontri troppo
ravvicinati. Cè sempre qualche piccolo imprevisto,
ma tutto si risolve abbastanza in fretta: basta
allontanarsi. E comunque ci sono i ranger.
Lasciato il campo si attraversa il ponticello sul fiume e
ci si inoltra sul sentiero nella boscaglia. Proprio il
ponticello è il primo ostacolo verso le cascate, perchè
non è raro trovare un orso sdraiato a una delle
estrmità o addirittura sopra il ponte. In questi casi i
rangers bloccano i visitatori a distanza di sicurezza e
non li fanno avanzare finchè lorso non si è
spostato volontariamente. Il problema è proprio questo:
volontariamente. Anche noi siamo stati bloccati per la
presenza di tre orsi vicino al ponte, ma ci è andata
bene perchè la cosa si è risolta in un ventina di
minuti. Lattesa è però teoricamente indefinita e
quando si hanno solo tre o quattro ore a disposizione per
tornare allidrovolante il tempo diventa un fattore
decisivo. Non ci si può permettere di perdere
unora ad aspettare che un orso termini il proprio
riposino. Capiamo perchè prima di partire il pilota ci
aveva consigliato, in caso di orso a qualche decina di
metri, di ignorare i rangers e di procedere decisi. Anche
perchè la stessa cosa può capitare durante il tragitto
dopo il ponte e al ritorno. Il sentiero nel bosco è
molto ben segnalato e si procede a gruppetti, anche se
non è proibito muoversi da soli. E consigliabile
fare rumore o parlare a voce alta per non sorprendere gli
animali eventualmente presenti nelle vicinanze. Le
possibilità di un incontro aumentano avvicinandosi al
fiume. Lultimo tratto prima delle famose cascate è
costituito da una serie di passerelle e cancelli e
recinti a prova di intrusione: livello di pericolo uguale
a zero. Il punto di osservazione principale è una
terrazza in legno, tra gli alberi sul fianco della
cascata, su cui salgono 40 persone per volta per
unora. Vi si accede dopo aver lasciato il proprio
nome ad un ranger che, allo scadere del tempo, viene
personalmente a recuperare chi si attarda.
Gli orsi sono tra le rapide del fiume, a monte o a valle
della cascata, sulle rive erbose o tra gli alberi, tutti
in attesa di un salmone da catturare. La distanza dalle
persone sarà di circa 50 metri. Essendo però la
terrazza costruita su palafitte, capita che sotto passi
qualche orso diretto al fiume. E allora sì che lo si
vede da vicino, in pratica a due metri sotto i propri
piedi. Molti animali poi, prima di entrare in acqua,
verificano la presenza di esemplari più grossi o
dominanti e quindi spesso restano sdraiati sulla riva per
parecchi minuti, in attesa del proprio turno di pesca.
Una seconda terrazza è posta più a valle e
laccesso a questa è senza limiti di tempo, visto
che è decisamente più lontana dalla cascata. Tuttavia
anche da questo punto di osservazione si vedono molti
orsi, dato che comunque sono distribuiti su un lungo
tratto del fiume e solo i più grossi stanno in prima
fila sulla cascata.
Nel complesso lesperienza è unica e molto
emozionante, soprattutto perchè vedere così tanti
grizzly così da vicino, nel proprio ambiente, non capita
spesso. Quindi bello, tutto molto bello, ma non certo
terrificante o spaventoso come talvolta si legge. Rimane
sempre il dubbio per il costo della gita, ma alla fine ci
tocca dire che sono soldi spesi bene, anche se
vergognosamente tanti.
Rientriamo quindi a Homer sul nostro idrovolante
sono quasi le 17:30 - e ci rimettiamo subito in strada
per andare ad Anchorage. Le lunghissime giornate ci hanno
invogliato a sfruttare al massimo il tempo, proprio come
oggi, ma sicuramente un giorno in più tra Seward e Homer
sarebbe ben speso. Non cè traffico, ma le quattro
ore di guida sono un po pesanti dopo una giornata
così intensa.
PASTI: colazione al B&B; pranzo
al sacco 5$ in due; cena Sackett Kenai
Grill, Cooper Landing (Sterling Hwy) 44,29$ in due.
NOTTE: Arctic B&B, 2607 Arctic Boulevard,
Anchorage (tel. 907.272.1853, arcticbb.com, arcticbb@aol.com,
reservations@arcticbb.com, 89,60$ BB)
sabato 09 luglio. ANCHORAGE
Al B&B ci assegnano una stanza che in realtà è un
appartamento per almeno 6 persone e la colazione ci viene
portata in un enorme contenitore di plastica sul tavolo
del soggiorno dal proprietario. Persona singolare il tipo.
Tutta la struttura è piena di cimeli e trofei di caccia,
alcuni conquistati sul campo, altri acquistati al mercato
del sabato. Mercato che anche noi andiamo a visitare e
che troviamo allestito di fronte allufficio postale,
con comodo parcheggio a pagamento a pochi passi. Il
mercato non è straordinario, ma ci piace passeggiare tra
le bancarelle che offrono tutti i prodotti tipici, dalle
confetture alle pellicce, dai coltelli da caccia agli
indumenti tecnici. Merita la sosta. Anche il centro
città, se così lo vogliamo chiamare, è carino e una
passeggiata tra i negozietti delle vie principali è
sicuramente un bel passatempo. Non ci sono monumenti o
costruzioni di particolare rilievo, ma latmosfera
è piacevole.
Quando rientriamo al B&B scopriamo che il nostro
amico si è comprato una costola di balena intera, che
adesso occupa tutto il giardino dietro al nostro
appartamento. Non osiamo chiedergli cosa ne farà.
Come ormai è tradizione per i nostri viaggi, chiudiamo
la giornata allo zoo di Anchorage (ingresso 12$ a
testa), che però ci lascia decisamente amareggiati.
Non tanto per una evidente sofferenza degli animali, che
anzi godono di spazi abbastanza ampi, quanto piuttosto
per il confronto con i giorni precedenti, vissuti a
contatto con gli stessi animali liberi nel proprio
habitat. E vero che questo è un centro di recupero,
ma uno zoo in Alaska ci sta proprio male.
PASTI: colazione al B&B; pranzo
al sacco 8$ in due; cena Mc.Donalds,
Anchorage 18,60$ in due.
NOTTE: Arctic B&B, 2607 Arctic Boulevard,
Anchorage (tel. 907.272.1853, arcticbb.com, arcticbb@aol.com,
reservations@arcticbb.com, 89,60$ BB)
domenica 10 luglio - lunedì
11 luglio. ANCHORAGE SEATTLE LONDRA
MILANO
Cè solo il tempo di svegliarsi, riconsegnare
lauto e prepararsi allimbarco. Partiamo
puntuali con volo delle 10:30 per Seattle, da cui poi
voleremo a casa (arrivo a Malpensa alle 17:50 del giorno
11).
In conclusione, ci è piaciuta questa Alaska? Sì,
decisamente sì. Perchè è un luogo in cui la natura è
veramente dominante e quasi incontaminata, perchè
comunque è America e noi la amiamo, perchè percorrere
le sue strade è un piacere unico. Forse è proprio il
guidare e lo spostarsi in macchina uno dei più grandi
piaceri di un viaggio da queste parti. Chi ama le
attività come pesca e kayaking e simili, qui troverà il
proprio costosissimo paradiso, ma anche chi cerca il
contatto con la natura sarà certamente soddisfatto. Noi
che abbiamo avuto la fortuna di farlo, possiamo dire che
il viaggio è simile a quello in Patagonia, anche se
diverso dal punto di vista culturale, organizzativo ed
economico. Quale rifaremmo? Nove volte su dieci la
Patagonia, ma almeno una volta quassù bisogna venire.
Per vedere tutte le
foto visita la photogallery.
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