i diari dei viaggiatori | diari giappone |
GIAPPONE: gli
ultimi samurai di
Alessandro e Sabrina 3-21
settembre 2010 In
Giappone si va per i giapponesi. Non ci si va per la
grandiosità assoluta delle bellezze naturali e
architettoniche, non ci si va per una rilassante vacanza
balneare e nemmeno per incredibili avvistamenti di
wildlife: ci si va per tuffarsi in una cultura ed in una
realtà uniche, diverse, singolari e per questo
imperdibili. Come
sempre lorganizzazione del viaggio inizia con la
lettura dei diari degli altri viaggiatori (turistipercaso.it
è una ricchissima miniera), ma questa volta troviamo un
aiuto meno virtuale nei numerosi utenti di
forumviaggiatori.com che hanno scelto il Giappone come
destinazione per le vacanze estive. Come detto da molti lestate
nipponica è caldissima, con un tasso di umidità
opprimente che taglia le forze; per questo scegliamo
settembre, sperando in uno sconto di qualche grado. La
scelta si rivelerà azzeccata perché mai soffriamo in
maniera insostenibile le condizioni ambientali. Anche
i prezzi, contrariamente a quanto di pensa di solito,
sono tuttaltro che proibitivi. Certo, ristoranti e
opzioni costose sono sempre a disposizione, ma una
gestione attenta delle risorse ed unorganizzazione
precisa possono trasformare la vacanza in un bellissimo
viaggio a basso costo. Come sempre il volo incide in
percentuale altissima sulla spesa finale quindi, inutile
dirlo, risparmiare su questa voce è fondamentale.
Prenotiamo il Milano-Shanghai-Tokyo di Air China con
quasi dieci mesi di anticipo per approfittare di unofferta
clamorosa: 481 euro a testa visto sul sito e acquistato
al telefono direttamente dalla compagnia aerea (http://www.air-china.it/it/index.html).
In
Giappone è impensabile ipotizzare spostamenti in auto,
quindi vanno utilizzati i mezzi pubblici, primo fra tutti
il treno. Gli stranieri possono acquistare il Japan Rail
Pass (http://www.japanrailpass.net/), un abbonamento che
consente infiniti spostamenti sulle linee JR per un
periodo di tempo limitato. Noi scegliamo il pass da 14
giorni, che costituirà unaltra spesa pesantissima
nelleconomia del viaggio (410 euro a testa presso
HIS Italy di Milano, tel. 06484501, http://www.giappone.hisitaly.com/),
ma sarà anche comodissimo e fondamentale per la buona
riuscita della vacanza. Con il JRP si possono utilizzare
i treni super veloci Shinkansen, ma non i Nozomi, ultima
generazione dei treni-proiettile. Il JRP va acquistato
prima della partenza dallItalia e va ritirato
direttamente presso un ufficio JR in Giappone. La data di
inizio validità si comunica direttamente allufficio
giapponese. Per gli spostamenti sulle linee JR allinterno
dellarea di Tokyo è sempre valido il JRP, mentre
metro, bus e linee private non sono coperte e vanno
pagate a parte. Avendo
in previsione un soggiorno di tre giorni prima dellinizio
della validità del JRP, abbiamo acquistato allufficio
JR una tessera prepagata SUICA (http://www.jreast.co.jp/e/suica-nex/)
che consente di viaggiare su tutta la rete di Tokyo (treni,
metro, bus). Costa 2000 yen, ma comprende 500 yen di
cauzione che, se non spesi, vengono restituiti alla fine
dellutilizzo. Per ricaricarla si usano le apposite
machinette presenti in gran numero in tutte le stazioni:
basta inserire la tessera insieme ad una banconota da
1000 yen (o multipli); la ricarica avviene in modo
automatico. Al termine del soggiorno, se nella tessera
rimangono ancora yen, bisogna rivolgersi ad un ufficio JR
per richiedere la restituzione dellimporto,
compresi i 500Y di cauzione, meno 210Y di servizio. Per
utilizzarla la si fa scorrere sullapposito lettore
allingresso e alluscita di tutte le stazioni;
ad ogni passaggio il display indicherà il costo del
viaggio appena fatto ed il credito residuo. Tutto molto
semplice. Per
pianificare gli spostamenti è fondamentale consultare il
sito hyperdia.com, che consente di visualizzare orari,
costi, fermate e nomi di tutti i treni giapponesi;
consente anche di visualizzare mezzi alternativi, ma la
funzione riguardante i treni è quella che alla fine si
usa di più. Prima di partire noi ci siamo stampati un
piccolo book con tutti gli orari e le fermate dei treni
che avevamo pensato di prendere, compresi quelli dei
possibili piani alternativi. Tempi e fermate sono anche
visualizzabili nelle stazioni o richiedibili agli uffici
JR, ma non possiamo negare che laiuto delle nostre
tabelle sia stato fondamentale durante tutto il viaggio.
Difficile, e sconsigliabile (almeno per come la vediamo
noi), pensare ad un viaggio in Giappone con molte tappe
libere, lasciate alle condizioni e inclinazioni del
momento. Ci sentiamo di consigliare unattenta e
puntigliosa preparazione del viaggio, comprensiva di
tutto quello che potrebbe essere difficile reperire o
capire sul posto. E innegabile che il problema
linguistico sia un fattore non secondario. Oltre
alle tabelle dei treni ed agli indirizzi e mappe degli
hotel, ci siamo preparati un elenco di frasi utili e
numeri da tenere sempre a portata di mano, ben più
comodo di un frasario che, per assurdo, contiene troppe
informazioni. Alcune utili mappe, insieme ad altro
materiale informativo, sono reperibili presso lufficio
JNTO di Parigi: compilando il modulo online si ricevere
il tutto a casa dopo poche settimane. Come guida abbiamo scelto con soddisfazione la Lonely Planet, comoda sia per le informazioni generali che per quelle sulle sistemazioni. Oltre ai consigli degli altri viaggiatori e le informazioni contenute sulle guide del pacchetto JNTO, abbiamo utilizzato per gli hotel i siti http://www.itcj.jp/eng/index.php (WIRC - Welcome Inn Reservation Center), http://www.japaneseguesthouses.com/index.htm (Japanese Guest Houses), con una preferenza per il primo. Per ovvi motivi abbiamo potuto contattare solo quelli con una versione inglese del sito, perdendo gran parte della possibilità di scelta tra le opzioni più economiche. Alla fine comunque siamo riusciti a mantenere una media di spesa più che accettabile. Complessivamente
lintero viaggio, considerando tutte le spese per
due persone (volo, JRP, tessere, biglietti, hotel,
ingressi, pasti, ecc
), ci è costato poco meno di
3200 euro, souvenir esclusi. venerdì 3 settembre 2010,
CESENA TOKYO Partiamo da Malpensa e per la
prima volta, viste le ultime esperienze non proprio
soddisfacenti, cambiamo parcheggio(http://www.goldenparking.it/malpensa.html),
che alla fine ci soddisferà pienamente sia per il
servizio che per le : scegliamo Golden Parking tariffeche
siamo praticamente gli unici non cinesi sullaereo.
A parte una povera mamma che trascorre 12 ore in piedi a
. Voliamo con Air China da diversi, visto
cullare e consolare un inconsolabile neonatovolo fila via
liscio senza intoppi, anche se il servizio di
intrattenimento è quasi inesistente. Una nota negativa
è il , il doppio checkpratica allo scalo di Shanghai,
pur essendo in transito, si deve rifare completamente la
trafila dellimbarco. Per fortuna -in imposto dalla
compagnia: in abbiamo quasi che zen... arrivi, ritiri i
bagagli (noi no perchè abbiamo solo quello a mano), fai
il controllo passaporti e il controllo 4 ore di margine,
se no altro bagaglila fila e rifai tutta la procedura
compreso controllo passaporti e controllo bagagli...e
infine vai al gate. Se tutto va , vai alluscita,
vai ai banchi check-in, rifai bene ben più di unStessa
cosa capiterà al ritorno ed alle mie educate proteste (abbiamo
dovuto rifare la fila del check-in per unora e
ora persa. Roba da matti. mezzaIm sorry.
Pazienza, con una tariffa come la nostra possiamo farci
passare il malumore. PASTI e NOTTE: in volo. sabato 4 settembre 2010,
TOKYO Arrivamo a Tokyo poco prima
delle 14 e ci mettiamo subito allopera per
sistemare le questioni più urgenti: cambio degli yen (tasso
1=110Y), cambio del JRPass, acquisto della Suica e
del biglietto dello SkyLiner per Ueno (2400Y a testa,
http://www.keisei.co.jp/keisei/tetudou/skyliner/us/index.html).
Tra una cosa e laltra
arriviamo in hotel dopo le 17 e le prime facce che
vediamo appena varcata la soglia sono quelle degli amici
Cecilia e Gianluca, già in Giappone da due settimane,
che ci aspettano per trascorrere insieme gli ultimi due
giorni della loro vacanza. Siamo eccitatissimi perché la
nostra avventura giapponese sta iniziando, così ci
concediamo il tempo di una doccia e poi via per le strade
di Ueno con le nostre due guide private. Lhotel
Edoya si rivela unottima scelta perchè la
posizione è buonissima, il posto è carino e i gestori
sono gentilissimi. Siamo a pochi passi da tre stazioni e
dalla zona pedonale di Ueno, con tutti i negozietti e i
ristoranti: quattro vie piene di cose interessanti... da
perdersi. Ci fanno girare un po, giusto quanto
basta per farmi perdere lorientamento (Sabrina non
ce laveva neanche prima, quindi lei non ha notato
la differenza... beata lei che è così), ci fanno vedere
i ristoranti in cui hanno cenato e alla fine ci portano
in un altro a mangiare i ramen, tagliolini in brodo con
verdure e carne, per la nostra prima cena con gli occhi a
mandorla. Che spettacolo! Una delizia! Sarà che avevamo
fame come i lupi dinverno, ma il pasto è stato
veramente grandioso. Il ristorantino, come molti altri
che incontreremo durante il viaggio, ha allingresso
una macchina simile ad un distributore automatico, con
indicati i piatti ed i relativi prezzi: una volta
inserito il denaro si illuminano i piatti acquistabili
con quella cifra, basta premere il pulsante
corrispondente alla propria scelta e consegnare al
cameriere lo scontrino. In pochi minuti si viene serviti
al tavolo: semplice, veloce ed efficiente. PASTI: cena ramen a Ueno
1880Y in due. NOTTE: Edoya Ryokan, 3-20-3
Yushima, Bunkyo-ku, Tokyo (Ueno) 8540Y (BB); tel.+
81.3.3833.8751, hoteledoya.com, reserve@hoteledoya.com. domenica 5 settembre 2010,
TOKYO Cominciamo subito con un punto
fermo del nostro viaggio: il Museo Ghibli di Mitaka (http://www.ghibli-museum.jp/en/,
utili informazioni su http://digilander.libero.it/joe.chip/ghibli_i.htm).
Da appassionati di cartoni animati e fan del maestro
Miyazaki non potevamo perderci la visita della fucina dei
cartoons della nostra infanzia: Anna dai capelli rossi,
Conan, Lupin
fino a Totoro, ci sono proprio tutti.
Gli ingressi al museo sono limitati ed i biglietti si
acquistano solo nei mini-market della catena Lawson
Station. Per il timore di non riuscire ad acquistarlo a
Tokyo (domenica, primo giorno in Giappone
) lo
abbiamo comprato dallItalia sul sito HIS, insieme
al JRP, al prezzo vergognosamente maggiorato di 25
invece dei 1000Y ufficiali. La visita al museo richiede
un paio dore e ci soddisfa pienamente. Vecchie
stampe, bozzetti, appunti e disegni fatti a mano,
modellini dei personaggi più famosi e tante altre cosine
che piacciono a quelli come noi. Ci godiamo perfino un
cortometraggio in giapponese, del tutto comprensibile
anche senza capire una parola: siamo gli unici non
giapponesi della sala. Lo shop è un po caro, ma
non si può uscire senza qualcosa in borsa. Per gli
appassionati del genere è una tappa fondamentale e
comunque costituisce un bel diversivo per spezzare il
ritmo della classica visita della città. A questo punto avremmo
appuntamento con Cecilia e Gianluca alla West Exit di
Shinjuku. Dico avremmo perché dire la west
exit di Shinjuku non è proprio come dire luscita
della stazione di Cesenatico. La stazione è immensa, la
folla ci travolge, le indicazioni non indicano bene la
strada a due che, come noi, sono al primo giorno in
Giappone
tantè che arriviamo vergognosamente
in ritardo di 20 minuti. Nel frattempo loro ci cercano,
ma anche noi li cerchiamo... solo che probabilmente in
quel mare di gente ci sfioriamo e ci inseguiamo senza
vederci; insomma alla fine non ci incontriamo. Ce ne
andiamo col capo cosparso di cenere e facciamo la visita
che avremmo duvuto fare insieme: Meiji Jingu (http://www.meijijingu.or.jp/english/),
Shibuya, la statua di Hachiko, Yoyogi Park... con i
cosplay più brutti e sfigati che si possano immaginare.
O abbiamo sbagliato luogo e tempi, oppure questa
attrazione domenicale di Tokyo si può senza dubbio
classificare tra quelle inutili. Gli spostamenti in città sono
facili e veloci, la linea metropolitana e quella JR sono
eccellenti e dopo un po di pratica si capisce il
meccanismo perfetto che le regola, tanto che muoversi da
una stazione allaltra diventa una normale
formalità. Per fortuna avevamo concordato coi nostri
amici tutto il programma della giornata, così non
dobbiamo rincorrerci in eterno. Infatti la sera abbiamo
un appuntamento con Dan, un americano di Philadelphia che
vive a Tokyo e che mi ha contattato per motivi...
calcistici. Dopo settimane di mail si è detto onorato di
averci suoi ospiti per la partita di coppa dellimperatore
che il Tokyo FC gioca contro una non meglio precisata
squadretta universitaria. Ovviamente anche Cecilia e
Gianluca sono invitati. Lamico Dan ci ha dato
appuntamento alla West Exit di Shinjuku (guarda caso) ed
è con un certo timore che alle 17:30 torniamo sul luogo
del delitto. Per fortuna in pochi minuti troviamo sia
loro che lamico Dan il quale, dopo gli inevitabili
convenevoli di chi si incontra per la prima volta, ci
porta allo stadio. A parte la partita, uno degli
spettacoli calcistici più penosi che mi sia mai capitato
di vedere, ci è piaciuto vivere qualcosa di diverso e
certamente poco turistico. Gli amici giapponesi di Dan
sono stati commoventi nella loro cortesia e lo scambio di
sciarpe è sembrato lo scambio dei doni a Natale sotto lalbero.
Veramente squisiti. E poi ancora
le ragazze che
fanno i controli allingresso che si scusano per
averci dovuto controllare, gli stessi amici giapponesi
che si scusano per il brutto spettacolo offerto dalla
loro squadra: è proprio un altro mondo. Dopo lincontro,
come promesso, Dan ci porta a mangiare i ramen (ancora...
però sempre buonissimi) in un localino che non sapremmo
mai più ritrovare e tra un chiacchiera e laltra,
dopo una bellissima serata, arriviamo sul futon che è
quasi mezzanotte. PASTI: colazione
in hotel; pranzo Mc.Donalds, Yoyogi
2100Y in due; cena ramen 2000Y in due. NOTTE: Edoya Ryokan, 3-20-3
Yushima, Bunkyo-ku, Tokyo (Ueno) 8540Y (BB); tel.+
81.3.3833.8751, hoteledoya.com, reserve@hoteledoya.com. lunedì 6 settembre 2010,
TOKYO Paghiamo un po la serata
brava e la sveglia ci sorprende, anche perchè in fondo
per noi è solo il secondo giorno. E invece lultimo
per Cecilia e Gianluca, che salutiamo al tavolo della
colazione dopo lultimo scambio di consigli. Il
nostro programma prevede la visita del Museo della
Scienza sullisola di Odaiba, un altro must del
nostro tour per la presenza del robot Asimo. Attenzione a
non confondersi: quello che sulle guide è chiamato Me.Sci,
qui è indicato come Miraikan (ingresso 600Y a testa,
http://www.miraikan.jst.go.jp/en/) e il modo migliore per
raggiungerlo è scendere alla fermata Telecom Center
della Yurikamone. La visita è piacevolissima e
facilitata dai comodi opuscoli informativi distribuiti
allingresso. E importante guardare subito gli
orari delle esibizioni: in genere ogni attrazione si
ripete un paio di volte al giorno, quindi è meglio
programmare la visita tenendo conto di questi
appuntamenti. Ci divertiamo a provare tutti i giochi
interattivi e ci godiamo la performance di Asimo, sempre
più convinti che questi giapponesi siano veramente
troooppo avanti. I piani superiori sono più adatti alla
didattica ed ai bambini, quindi risultano meno
interessanti per gli adulti. A pochi passi dal museo cè
la grande area commerciale Palette Town con il famoso
centro Venus Fort (http://www.happyjappy.com/tokyo/odaiba/palette_town.html),
non certo una tappa imperdibile, ma comunque curiosa se
si ha un po di tempo a disposizione. Gironzoliamo
un po per Odaiba e poi riguadagnamo il centro
città con lintento di visitare i giardini
orientali del Palazzo Imperiale, visto che abbiamo
rinunciato alla prevista visita dellinterno del
palazzo a causa dei tantissimi giudizi negativi che
abbiamo raccolto (visita prenotabile su http://sankan.kunaicho.go.jp/english/index.html).
Peccato però non ricordare che il lunedì è giorno di
chiusura, così non ci resta che costeggiarne le mura
scattando foto alle carpe giganti del fossato. Cammina
cammina ci ritagliamo il tempo per una passeggiata anche
a Ginza e Akihabara, quartieri dello shopping e dellelettronica.
Il caldo non è insopportabile, ma è effettivamente un
fattore da non trascurare, soprattutto lumidità è
da record; però non possono bastare queste condizioni
per fermarci. Rientrati a Ueno ci facciamo e
rifacciamo e rifacciamo ancora tutto il giro delle vie
dei ristoranti alla ricerca del sushi-bar consigliatoci
dai nostri amici, finchè alla fine non ci sbattiamo
contro: una caccia al tesoro sarebbe stata senza dubbio
più semplice. La cena però ci ripaga e ci soddisfa, sia
per qualità che per prezzo, e ci sorprendiamo a
desiderare nuovi bocconcini di tonno e salmone, pur non
essendo grandi amanti del pesce crudo. In pratica ci si
siede al banco di fronte ad un mini nastro rotante su cui
girano i piattini; ciascuno costa 126 yen e porta due
grossi bocconcini. Sembra poco, ma alla fine con una
decina di assagi ci si sente sazi
soprattutto se
poi ci si aggiunge un bombolone della panetteria. Il
locale si trova esattamente di fronte al ristorante Ueno
Yabu Soba, indicato sulla Lonely Planet; la strada è la
seconda parallela alla ferrovia, uscita Hirokoji della
stazione di Ueno. Consigliatissimo. PASTI: colazione
in hotel; pranzo al volo 1400Y in due; cena
sushi-bar + gelato, Ueno 6-916 Taito-ku 1134Y +
1060Y in due. NOTTE: Edoya Ryokan, 3-20-3
Yushima, Bunkyo-ku, Tokyo (Ueno) 8540Y (BB); tel.+
81.3.3833.8751, hoteledoya.com, reserve@hoteledoya.com. martedì 7 settembre 2010,
TOKYO (NIKKO) E il giorno del nostro
primo shinkansen: 8:14 da Ueno, destinazione Utsunomiya.
Da lì prendiamo il trenino della Nikko Line per Nikko.
Dalla stazione si può arrivare comodamente a piedi allo
Shinkyo Bridge, attraversando il paese lungo la strada
principale. Dopo la foto di rito si attraversa la strada
e ci si inoltra nella boscaglia su per gli scalini che
portano ai templi del giro classico. Finalmente il
Giappone che piace a noi e che ci aspettavamo. Non che
Tokyo sia brutta, ma questa ambientazione semplice, i
templi immersi nella natura e latmosfera rilassata
sono proprio quello che cercavamo. Alluscita dalla selva ci
accoglie la statua di Shodo Shonin, santo fondatore dei
templi di Nikko, che ci introduce ai luoghi sacri tra le
montagne. Facciamo subito il biglietto cumulativo (1000Y
a testa) per lingresso ai tre siti principali:
Rinno-ji, Futurasan e Tosho-gu. I templi sono in realtà
complessi rituali costituiti non solo dalla struttura
sacra, ma anche da altri edifici secondari, tutti
decorati e curati nei minimi dettagli. La visita è molto
interessante e la passeggiata, circa tre ore in tutto,
risulta piacevolissima, anche perché i templi sono
abbastanza vicini tra loro. E su una parete della
stalla del Tosho-gu che appare il famoso fregio in legno
che raffigura le tre scimmiette sagge che si coprono
orecchie, occhi e bocca, simboli del buddismo tendai: non
sento, non vedo, non dico il male. Siamo in netto anticipo rispetto
al programma, così ci resta il tempo di andare al Ganman-ga-fuchi
Abyss, con le sue infinite statuette jizo, protettrici
dei viaggiatori. Il sito non è certo spettacolare, ma la
passeggiata di circa trenta minuti per raggiungerlo segue
un bel sentiero nel bosco, tra il fiume Daiya-gawa e le
casette di legno dei residenti. Da fare solo se si ha
tempo. Rientriamo a Tokyo e con tutta
calma riusciamo a ritrovare tra le vie pedonali di Ueno
il ristorante di udon consigliato dalla Lonely, per unaltra
sontuosa cena. PASTI: colazione
in hotel; pranzo bar/negozio, Nikko vicino templi
900Y in due; cena Ueno Yabu Soba (Lonely
pag.168), Ueno 6-9-16 Taito-ku 1820Y in due. NOTTE: Edoya Ryokan, 3-20-3
Yushima, Bunkyo-ku, Tokyo (Ueno) 8540Y (BB); tel.+
81.3.3833.8751, hoteledoya.com, reserve@hoteledoya.com. mercoledì 8 settembre 2010,
TOKYO KAMAKURA NAGOYA Oggi... disastro! Usciamo dallhotel
e spioviggina, una cosina leggera che quasi fa piacere.
Nei pochi minuti che ci servono per arrivare alla
stazione però diventa un po meno piacevole. Lungo
la strada per Kamakura i vetri del treno sono sempre più
bagnati e quando arriviamo... la tempesta! Per farla
breve è stata una giornata di pioggia incessante con
lunghi tratti di secchiate da uragano tropicale. Però
ormai siamo a Kamakura, anzi a Kitakamakura; e allora via,
non ci faremo mica spaventare da un po dacqua!?!
Purtroppo scopriamo che a Kitakamakura non ci sono gli
armadietti per riporre i bagagli, così il supplizio ce
lo facciamo con tutti gli zainoni addosso. Carichi come
somari, col k-way legato al collo a sventolare come un
mantello nella bufera (per proteggere gli zaini), bagnati
con lacqua in faccia e il cielo sempre più nero
che ci sembra di essere Frodo e Sam alle porte di Mordor.
In pratica due sfigati. Neanche a dirlo, la visita di
Kamakura è stata leggermente condizionata dal fattore
meteo. Soprattuto le foto ne hanno risentito. In generale
è consigliabile scendere a Kitakamakura per fare il
percorso in maniera più completa e comoda verso Kamakura.
Subito a sinistra, pochi passi fuori dalla stazioncina (deliziosa
sembra
quelle dei cartoni animati), si trova lEngaku-ji (300Y
a testa, http://www.asahi-net.or.jp/~qm9t-kndu/engakuji.htm);
proseguendo lungo lunica strada, poco più avanti
sulla destra, cè il Jochi-ji (200Y a testa, http://www.asahi-net.or.jp/~qm9t-kndu/jochiji.htm),
anchesso degno di nota. Duecento metri più avanti,
sempre scendendo verso Kamakura, si incontra il Kencho-ji
(300Y a testa, http://www.asahi-net.or.jp/~qm9t-kndu/kenchoji.htm)
e, proprio in corrispondenza della curva a gomito
seguente, il Tokei-ji (100Y a testa, http://www.asahi-net.or.jp/~qm9t-kndu/tokeiji.htm),
che senza dubbio merita una visita. Dobbiamo dire che nel
complesso Kamakura ci è piaciuta molto, non solo per i
templi, senzaltro interessanti, ma anche per la
zona pedonale con tutti i negozietti, molto carina. Viste
le condizioni abbiamo ovviamente rinunciato al lungo
sentiero che dal grande buddha ci avrebbe riportato alla
stazione di Kitakamakura ed abbiamo optato per il trenino
locale per spostarci verso il Daibutsu (200Y a testa,
http://www.asahi-net.or.jp/~qm9t-kndu/kotokuin.htm). Il
grande buddha si raggiunge dalla via principale
camminando verso nord, ma il trenino ci evita un nuovo
naufragio nella tempesta. Lenorme statua è
impressionante e per fortuna riusciamo a completarne la
visita in un momento di pioggia fine. Tutto questo ci ha fatto però
guadagnare quasi due ore sulla tabella di marcia, tempo
che ci permette di anticipare lo shinkansen per Nagoya,
dove saremmo dovuti arrivare in tarda serata. Non
facciamo in tempo a vedere il castello, ma almeno non
piove e anzi il cielo è sereno. Per festeggiare levento
ci mettiamo alla ricerca di un buon ristorantino al grido
se è pieno di giapponesi entriamo. Detto e
fatto: ci infiliamo in un posticino pieno di indigeni
dalla cui cucina esce un fumo che invade quattro corsie
della strada, con menù in giapponese e numeri che
sembrano prezzi abbastanza bassi da invogliarci a tentare,
pur non sapendo quale sia la specialità della casa. Un
cameriere che parla tre parole di inglese ci prende in
simpatia e io gli dico fai tu...decidi tu...dammi
le cose più buone che hai, più queste polpettine di
polpo e un po di verdura. Bene, lui non
smette più di portarci piattini, accompagnando ciascuna
specialità con parole e gesti come a dire questo
lo devi provare. Noi gli diamo soddisfazione e
mangiamo come bestie spiedini di carne, di calamaro,
bocconcini di seppia ripiena arrotolata in qualcosa che
sembra pancetta, le mie polpettine di polpo... e un
gelatino verde... tanto da far invidia a Bud Spencer e
Terence Hill nelle loro migliori fagiolate. Una cena
grandiosa a meno di venti euro in due. Lo prendiamo come
il premio per la giornata infernale. Gonfi di ottimismo (
e
non solo), rientriamo in hotel sotto un cielo stellato,
sperando che la pioggia ci lasci in pace per qualche
giorno, visto che domani abbiamo gli otto km da Magome a
Tsumago coi bagali in spalla e il giorno dopo ci
aspettano le montagne di Kamikochi. Speriamo.
PASTI: colazione
in hotel; pranzo al volo a Kamakura 980Y in
due; cena ristorante locale su Nishiki-dori in
angolo con Honmachi-dori (o precedente) direzione Sakae,
Nagoya 2142Y in due. NOTTE: Chisun Inn, 1-12-8
Noritake Nishiki-dori, Nagoya 47 (BB) su
expedia; tel +81.52.452.3211, http://www.solarehotels.com/english/chisun/inn-nagoya/guestroom/detail.html. giovedì 9 settembre 2010,
NAGOYA MATSUMOTO La giornata è serena e il sole
splende, qualche nuvola lontana, ma partiamo con lanimo
leggero. Solo lanimo però, perchè le spalle sono
ben cariche con tutti gli zainoni. Prima di arrivare a
Matsumoto vogliamo percorrere un tratto dellantica
via postale Nakasendo, quello che collega le località di
Magome e Tsumago. I luoghi non sono notissimi, i turisti
sono più che altro locali, ma alla fine saremo
contentissimi di averlo fatto. Per arrivarci da sud si
prende il treno da Nagoya fino a Nakatsugawa, poi il bus
fino a Magome (Kitaena Bus 540Y a testa, http://www.japan-guide.com/bus/kiso.html).
Il tratto di strada che collega Magome a Tsumago è un
bel sentiero che si snoda per 7,7 km nei boschi e che
conviene percorrere verso Tsumago, così da camminare per
la maggior parte del tempo in discesa. Il trail in
realtà è unamena passeggiata di montagna senza
grosse difficoltà, però il fardello che ci portiamo
sulle spalle rende il tutto abbastanza impegnativo. Tanto
più che a un certo punto superiamo alla mia maniera un
gruppo di giapponesi - e fin qui niente di speciale -
solo che questi non ci stanno e ci inseguono come
assassini in fuga fino alla fine del sentiero. Ovviamente
non posso farmi riprendere da quei segugi e sferzo la
povera Sabrina per gli ultimi tre disperati chilometri. A
parte la sfida, il percorso è molto bello e i due
estremi sono location secondo noi imperdibili. Le
consigliamo caldamente a tutti quelli che vogliono
visitare queste zone. E proprio quello che
cercavamo e che ci aspettavamo: tradizione, natura e poca
gente. Lunico aspetto negativo è che in questi
posti meno frequentati veramente non sanno una parola di
inglese; però con un po di impegno e pazienza ci
si arrangia. Per raggiungere la stazioncina
di Nagiso ci sarebbe un servizio di bus (una decina di
corse al giorno), ma la guida parla di un chilometro di
distanza e allora baldanzosi ci incamminiamo dopo aver
mangiato ben due biscotti... Il problema è che il primo
cartello segnaletico indica 3,5 km. E allora cosa
vogliamo fare?! Non possiamo mica tornare indietro: lultimo
bus buono è partito. Così ci concediamo il lusso di unaltra
bellissima passeggiatina. Sempre con gli zainoni
ovviamente. Non serve che descriva le condizioni di
Sabrina allarrivo a Nagiso. Per fortuna il
traferimento in treno dura quasi due ore e riusciamo a
recuperare le energie. Sì, perchè non potrò mica
andare a Matsumoto e non vedere il castello. Buttiamo i
bagagli in hotel e via di corsa prima che faccia buio. Il
castello è stupendo (indicato tra i quattro più belli
del Giappone) e alla fine siamo contenti di averlo visto;
davvero sarebbe stato un delitto perderlo (http://welcome.city.matsumoto.nagano.jp/contents03+index.id+3.htm
- 600Y a testa). Aspettiamo che faccia buio per vederlo
anche illuminato. Giriamo ancora un pochino per vedere il
quartiere caratteristico a ridosso del castello e un
altro pochino (tanto ormai km in più km in meno...) per
trovare il ristorante giusto. Alla fine, quasi per caso,
scegliamo uno di quelli segnalato dalla Lonely e
divoriamo una porzione di oden e una carpa cotta in salsa
di miso. Tutto delizioso a poco prezzo, come al solito.
La carpa è stata una novità: non lavevo ancora
provata. E poi non mi sono accorto che il menù proponeva
larve di formica cotte in salsa di non so chè...
altrimenti non me le sarei certo lasciate scappare. In hotel completo le note per il
diario mentre Sabrina dome priva di sensi ed energie;
riposo meritatissimo. Sarà meglio che recuperi bene,
perchè domattina cè il bus che ci porta a
Kamikochi, nel parco delle Alpi giapponesi, dove ho già
individuato lambizioso traguardo da tagliare prima
di sera. PASTI: colazione
in hotel; pranzo Family Market 1150Y in due;
cena Shizuka, vicino castello (Lonely pag.310), 4-10-8
Ote, Matsumoto 1995Y in due; http://welcome.city.matsumoto.nagano.jp/m100+index.id+7.htm. NOTTE: Toyoko Inn, 2-1-23
Chuo, Matsumoto 7140Y (BB); tel. +81-(0)263-36-1045,
http://www.toyoko-inn.com/e_hotel/00102/index.html,
matsumoto_ekimae_honmachi@wm.toyoko-inn.com. venerdì 10 settembre 2010,
MATSUMOTO KAMIKOCHI Per raggiungere le Alpi da Matsumoto non ci sono treni, ma un comodo servizio di bus (non coperto dal JRP). Lunica compagnia che effettua corse dirette è Alpico Bus (http://www.alpico.co.jp/access/route_k/index_e.html), con un mezzo alle 8:50 e uno alle 10:25 (2400Y a testa). I biglietti non sono prenotabili online (almeno non dalla versione inglese del sito) e vanno acquistati direttamente alla biglietteria il giorno del viaggio: a noi è stata negata la possibilità di comprare i biglietti per il giorno seguente. In ogni caso non cè da preoccuparsi e non esiste il pericolo di rimanere a piedi. Ci hanno spiegato che se proprio dovessero trovarsi con un mezzo pieno ed altra gente a terra, farebbero un bus supplementare. E comunque è difficile riempire un bus, visto che nel corridoio centrale hanno dei sedili aggiuntivi, proprio per i passeggeri dellultimo minuto. Per utilizzare al meglio gli autobus e i bus cittadini basta rispettare poche semplici regole pratiche: si sale dal fondo e si ritira il biglietto dallapposita macchinetta (se non cè significa che si paga una quota fissa per la corsa); il biglietto porta un numero che determinerà limporto da pagare al momento di scendere alla propria fermata. Non si paga niente in anticipo. Il display luminoso in testa al mezzo indica la tariffa corrispondente a ciascun numero riportato sui biglietti: chi sale prima ha un numero più basso e paga di più, chi sale dopo ha numeri via via più alti, man mano che ci si avvicina al capolinea. Il pagamento va effettuato in contanti inserendo la cifra esatta nel contenitore di plastica sopra la macchinetta che si trova a sinistra del conducente. Le fessure che si vedono sul fianco servono a cambiare banconote con monete e non si utilizzano mai per pagare. Leventuale cambio va fatto prima dellarrivo, perché altrimenti si blocca la fila e si rallenta la discesa degli altri passeggeri, provocando uno scandaloso e inaccettabile ritardo di diversi secondi sulla tabella di marcia del bus. A metà mattina siamo già al campeggio, carichi e vogliosi di attaccare le montagne, tanto che ci lanciamo subito nei boschi. Lobiettivo sarebbe quello di costeggiare il fiume seguendo il sentiero principale, anzi quello che ci sembra lunico possibile, fino al secondo o terzo ponte. In realtà tutto il trail altro non è che una passeggiatina in piano nella selva e non solo ci spariamo tutti i ponti fino alla fine della vallata, ma ci concediamo anche un paio di laghetti e una sosta gelato. Insomma a metà pomeriggio siamo già nel nostro bungalow con 14 km sotto le scarpe. Non abbiamo neanche sudato. Roba da risveglio muscolare. E poi tutti quei cartelli con il
babbuino, non dare da mangiare alle scimmie, almeno se ne
fosse vista una. Macchè...neanche lombra. E
pensare che avevo messo dei biscotti sbriciolati nelle
tasche di Sabrina... secondo me le scimmie lassù non ci
sono proprio. Un po delusi ristudiamo bene le mappe,
ma non abbiamo sbagliato: è l'unica strada possibile; e
domani sarebbe uguale dallaltra parte del fiume. No,
non ci piace; così pianifichiamo una fuga anticipata per
recuperare una mezza giornata. Non è che il posto sia
brutto, anzi il paesaggio è carino, però appunto... è
carino, non ci ha rapito come hanno fatto altri scenari
di montagna. E soprattutto non ci sono la meraviglia e la
sana devastante fatica che ci aspettavamo. Insomma non ci
sentiamo di consigliare questa montagna ai viaggiatori
amanti del trekking, se non a chi pensa di fare uno dei
sentieri di 3-4-5 giorni: forse la parte più emozionante
è là. Il camping che abbiamo scelto poi si rivela
spartano, quasi troppo. Il bungalow è pulito,
accettabile, con il cucinino dentro e il piccolo wc fuori;
però le docce comuni non ci sono e se ci si vuole lavare
si deve per forza utilizzare lonsen, che costa 500
yen a testa. Eravamo pronti ad una sistemazione economica
e semplice, ma pensavamo che nel camping almeno i servizi
igienici fossero sempre compresi. Per fortuna il lavabo
del cucinino può essere utilizzato nei modi più
fantasiosi e inaspettati. Lacqua ovviamente è
fredda, però se si mette sul fornello una pentolaccia
per qualche minuto... ecco che cè anche lacqua
calda. E non si pensi di andare a
reclamare: quassù veramente nessuno - e dico nessuno -
parla una sola parola di inglese. Neanche ok
o no good. E non è uno scherzo. Alcune
scritte sui cartelli segnaletici principali sono doppie,
ma per il resto ci siamo arrangiati confrontando i kanji,
come in un rompicapo della Settimana Enigmistica. E
bello anche così, sicuramente un luogo poco battuto dal
turismo non giapponese. PASTI: colazione
in hotel; pranzo al volo 300Y in due; cena
Campu-jo, Kamikochi 2060Y in due. NOTTE: Konashidaira Campu-jo,
Kamikochi 8500Y (B); http://www.itcj.jp/eng/420066,
wirc@itcj.or.jp. sabato 11 settembre 2010,
KAMIKOCHI TAKAYAMA Lasciamo quindi Kamikochi col
primo bus del mattino (dormito quasi dieci ore, visto che
alle 20 si dorme già da un pezzo) in direzione Takayama.
Non esiste un bus diretto che collega Kamikochi a
Takayama: bisogna per forza scendere e cambiare bus a
Hirayu Onsen. La compagnia che fornisce il servizio più
completo ci è sembrata Nohi Bus (http://www.nouhibus.co.jp/english/,
Kamikochi - Hirayu Onsen, circa 30 minuti, 1400Y a testa;
Hirayu Onsen Takayama, circa 60 minuti, 2400Y a
testa). In pratica guadagnamo mezza giornata sulla
tabella di marcia arrivando a Takayama prima delle 10,
cosa che ci permette di lasciare i bagagli in un
armadietto alla stazione per andare direttamente a
Shirakawa-go, prevista invece per domani (Nohi Bus, circa
60 minuti 4300Y a testa, andata e ritorno). La
gita a Shirakawa-go è bellissima, da consigliare a tutti,
praticamente un must. Si arriva al parcheggio dei bus
e conviene prendere subito una mappa al centro
informazioni, da cui poi si procede a piedi lungo la
stradina che attraversa il paese. La particolarità del
sito sono le case tradizionali della campagna giapponese,
costruite in legno con il tetto di paglia, immerse in uno
scenario favoloso, tra boschi, prati fioriti e laghetti
con carpe e ninfee. La giornata è splendida e la
passeggiata è godibilissima. Esistono alcune case
adibite a museo ed altre cui si può accedere pagando un
biglietto; è consigliabile arrivare fino al punto
panoramico in cima alla salita per godersi lo spettacolo
della verde vallata punteggiata di casette. Più di una
volta ci troviamo a commentare la realtà paragonandola
alle immagini dei cartoni animati che ci hanno
accompagnato durante tutta la nostra infanzia. A costo di
risultare noiosi consigliamo a tutti questa bellissima
escursione. Va detto che Shirakawa-go è raggiungibile in
giornata anche da Kanazawa e volendo cè anche la
possibilità di fare nello stesso giorno Takayama-Shirakawago-Kanazawa. Alle 15 siamo già a Takayama e
in breve troviamo la nostra sistemazione per la notte. Il
nome Zenko-ji Temple pensavamo si riferisse allantica
funzione religiosa della struttura, invece è un vero
tempio! Tutto bello e pulito, tutto antico,
tutto silenzio, le porte di carta e i corridoi stretti
che si affacciano sul giardinetto interno. Una
sistemazione bellissima e molto particolare, oltre che
molto economica. Lunico difetto è il bagno
condiviso, ma ci sono così pochi ospiti che per fare la
doccia non abbiamo neanche dovuto chiedere il permesso.
Il personale addetto ai turisti è gentilissimo e in
grado di parlare un ottimo inglese, cè la
connessione wi-fi e la stessa posizione del tempio è
comoda perché permette di raggiungere a piedi sia la
stazione che la zona centrale. La cittadina non è certo
stupenda, ma le vie centrali sono carinissime e
fiancheggiate da negozi e ristoranti, inseriti in un
contesto di architettura tradizionale decisamente
gradevole. PASTI: colazione
Market Campu-jo 760Y in due; pranzo al volo
a Shirakawa-go 420Y in due; cena ristorante
su via principale, Takayama 2200Y in due. NOTTE: Zenko-ji Temple
Inn, Hachiken-machi, Takayama 6000Y (B); tel. +81.0577.32.8470,
http://takayamahostelzenkoji.com/index.html, takayamazenkoji@ace.ocn.ne.jp. domenica 12 settembre 2010,
TAKAYAMA KANAZAWA Sfruttiamo ancora lanticipo
dei giorni passati e ci permettiamo di lasciare Takayama
col treno delle 7:45 per Kanazawa. Attenzione perché
occorre cambiare a Inotani e Toyama: nessuna difficoltà,
ma meglio verificare gli orari e le coincidenze presso la
biglietteria della stazione. Lattrazione principale
di Kanazawa è senza dubbio il Kenroku-en (http://www.japan-guide.com/e/e4200.html
- 300Y a testa), un vasto giardino in stile tipicamente
giapponese che si trova a fianco del castello, anchesso
meritevole di qualche foto. Il Kenroku-en è un bel parco-giardino,
ma il cielo quasi sempre coperto non ha permesso ai suoi
colori di accendersi come avremmo voluto. Però meglio
così che la pioggia di Kamakura. In generale la città
ci è piaciuta, non solo per le sue singolarità, ma
soprattutto per la gradevole atmosfera che vi si respira:
le vie centrali dello shopping, il quartiere dei samurai,
tutte piccole cose che insieme completano un quadro molto
interessante. Va detto che tutti i principali punti di
interesse sono raggiungibili a piedi, soprattutto se si
sceglie un hotel in posizione strategica tra la stazione
e il castello. Esiste anche un servizio di autobus (Kanazawa
Loop Bus, http://www.japan-guide.com/e/e4208.html) che
effettua corse regolari e soste in corrispondenza delle
principali attrazioni. Se però come noi si è disposti a
fare quattro passi a piedi si può anche evitare di
utilizzarlo per godersi la città passeggiando. Proprio
passeggiando davanti allhotel troviamo un
ristorantino che ci ispira fiducia e che ci ripaga
ampiamente con una cena regale a base di polpettine di
polpo, risotto al granchio, raviolini al vapore e pork-steak
con patatine più gelato super-deluxe. Una delle migliori
di tutto il viaggio. PASTI: colazione
market 650Y in due; pranzo market
500Y in due; cena al sacco, Kanazawa 2530Y
in due. NOTTE: Hotel Hinodeya, 2-17-25
Honmachi, Kanazawa 7000Y (B); tel.+81.076.231.5224,
http://www.hotelhinodeya.com, info@hotelhinodeya.com. lunedì 13 settembre 2010,
KANAZAWA HIKONE KYOTO Ormai veleggiamo con quasi mezza
giornata di anticipo e alle 7:48 siamo già sul treno per
Kyoto. Prima però abbiamo programmato la sosta a Hikone,
più o meno a metà strada, per vedere il castello, uno
dei quattro principali di tutto il Giappone (http://www.japan-guide.com/e/e7001.html
- 600Y a testa, più altri 400Y a testa per il museo).
Per raggiungere Hikone si deve scendere a Maibara e qui
prendere un trenino locale (5 minuti). Adagiata sulle
rive del lago Biwa-ko, Hikone è molto graziosa ed il
castello non sarà imponente come quello di Matsumoto e
nemmeno spettacolare come quello di Himeji, però è
veramente bello. La fortezza è tutta visitabile: la
struttura principale, una torretta laterale, la corte, il
bel giardino e cè pure un piccolo interessante
museo. Dai piani superiori si vede anche il lago sullo
sfondo e alla fine tutta la deviazione ci ha portato via
non più di due ore. Secondo noi, se cè tempo,
merita di essere visto, se non altro per interporre una
tappa un po diversa e particolare tra giorni
inevitabilmente molto simili. Anche il meteo sembra
approvare la sosta perché, dopo una notte di pioggia
battente a Kanazawa e due ore di trasferimento con nuvole
e pioggia, il cielo si apre miracolosamente proprio
mentre varchiamo la soglia del castello e si richiude
nero subito dopo che ne usciamo. Per raggiungere Kyoto si può
tornare a Maibara e da lì prendere il treno super-veloce,
oppure prendere il treno rapido direttamente da Hikone:
le scelte sono più o meno equivalenti, perché il
guadagno di tempo del treno veloce si annulla con lo
spostamento e il cambio. E allora via verso Kyoto,
capitale di tutti i viaggiatori giapponesi,
per il gran finale, o meglio
per la seconda metà
della vacanza. Il primo impatto con la città è
inevitabilmente legato alla grandiosità della stazione
centrale: undici piani di negozi, ristoranti e treni che
fanno un po perdere il senso dello spazio e del
tempo. Una piccola nota sulle stazioni giapponesi: sono
luoghi positivi, sono poli organizzati e
gestiti per la migliore accoglienza ai viaggiatori,
locali e non. Viaggiatori non solo intesi come turisti,
ma anche privati cittadini e pendolari. Le stazioni non
sono, come spesso capita dalle nostre parti, luoghi
degradati, pericolosi e da abbandonare il prima possibile,
ma sono complessi da vivere, nelle cui vicinanze (se non
addirittura al cui interno) si trovano i migliori hotel e
ristoranti. Le stazioni stesse sono esempi di ordine,
funzionalità e pulizia. Proprio come in Italia. Alle 14 siamo già in cammino
verso lhotel: check-in, bagagli sul letto, doccia
rapida e via che si riparte. Raggiungiamo a piedi la zona
di Pontocho e ladiacente area commerciale di
Teramachi: bello, molto bello. Soprattutto latmosfera
di Pontocho ci spinge quasi a procedere in punta di piedi,
senza far rumore, come per rispettare qualcosa che è
tuttattorno. Senza esagerare con la poesia, la zona
ci è piaciuta molto. Abbiamo addirittura trovato delle
splendide palle di Natale per il nostro albero
multietnico. A dire la verità sarebbero statuine/campanelline
delle divinità protettrici da appendere chissà dove,
però sono tondeggianti, sono in ceramica, hanno la
cordicina in testa... per noi sono palle di Natale.
Domani inizieremo il gran tour dei templi. Ci aspettiamo
molto da Kyoto e siamo sicuri che non ci deluderà. PASTI: colazione
market 494Y in due; pranzo Mc.Donalds,
stazione Hikone 1260Y in due; cena
ristorante catena Sakura, zona Pontocho, Kyoto
1080Y in due. NOTTE: Econo Inn, 67
Hirai-cho Kawaramachi, Kyoto 6670Y (B); tel. +81.075.343.6660,
http://www.econo-inn-kyoto.com/en/rate.html, info@econo-inn-kyoto.com. martedì 14 settembre 2010,
KYOTO E infatti non ci delude. Il
tempo è decisamente variabile: non piove, ma le zone
coperte da nuvole nere prevalgono sugli spazi azzurri.
Decidiamo di sfruttare quel poco di sole che cè
per andare al Padiglione doro (Kinkaku-ji) in
autobus. Bellissimo. Veramente un must imperdibile. Per
raggiungere la zona del Padiglione doro si può
utilizzare il bus 205 (220Y a testa per ogni corsa,
indipendentemente dal numero di fermate), che collega la
maggior parte delle aree più turistiche. Lingresso
costa 400Y a persona e la visita comprende non solo il
tempio vero e proprio (solo esterno), ma anche i
circostanti vastissimi giardini (http://www.japan-guide.com/e/e3908.html).
Siamo un po fuori mano rispetto al centro e allora
già che ci siamo visitiamo anche il Ryoan-ji (bus 59, ma
ci si arriverebbe anche a piedi), con il suo bel giardino
zen di pietra (500Y a testa, http://www.japan-guide.com/e/e3909.html).
Poi col bus 10 attraversiamo una
parte di città per andare al castello Nijo (600Y a testa,
http://www.japan-guide.com/e/e3918.html), anche lui
niente male: visita dentro e fuori con buona
soddisfazione. Poi, già che siamo lì... facciamo due
passi verso il palazzo imperiale, ma scopriamo che le
visite guidate sono finite per oggi, quindi ci
accontentiamo di un giro per i giardinetti. E allora
diciamo, già che siamo qui andiamo a piedi al Manga
Museum (500Y a testa, http://www.kyotomm.jp/english/).
Una delizia per gli appassionati come noi. In realtà il
Manga Museum è più una biblioteca che uno shop, però
riusciamo a venirne fuori con una tendina di Mazinga Z.
Dove la metteremo non lo sappiamo, però non potevamo
mica lasciarla lì. E pensare che ci siamo trattenuti: ce
nera una di Rocky Joe e unaltra dellUomo
tigre... un delitto lasciarle. Modellini di Ken il
guerriero, di Goldrake con lalabarda spaziale, di
Toy Story... bello bello. Ma soprattutto ci è piaciuto
immergerci nella realtà giapponese: pieno di gente di
ogni età, senza prevalenza di un sesso sullaltro,
tutti a leggere e a sfogliare manga piccoli, grandi,
sottili o grossi come enciclopedie. A volte viene da dire
che i giapponesi si vestono e si atteggiano come i
personaggi dei manga, ma forse sono i manga che
rappresentano i giapponesi stessi. E una
riflessione che forse non porterà a nessuna risposta
perchè sembra un po come la storia delluovo
e della gallina. Il fatto è che la cultura del manga è
indissolubilmente legata a quella locale e che il mondo
dei fumetti dipinge quello reale e viceversa, senza che
si possa distinguere dove finisce luno e inizia laltro.
E già che eravamo qui, ci siamo
detti: torniamo a Pontocho a piedi, tanto è vicino. E
poi, una volta arrivati a Pontocho, ci siamo detti: già
che siamo qui, passiamo da Gion prima di rientrare allhotel.
Insomma alla fine ci siamo girati mezza città, tanto era
tutto vicino. A Gion abbiamo anche visto un paio di
geishe, però da lontano senza poter scattare foto. PASTI: colazione
Market 480Y in due; pranzo nel castello
Nijo 540Y in due; cena Sukiya, zona
Teramachi, Kyoto 970Y in due. NOTTE: Econo Inn, 67
Hirai-cho Kawaramachi, Kyoto 6670Y (B); tel. +81.075.343.6660,
http://www.econo-inn-kyoto.com/en/rate.html, info@econo-inn-kyoto.com. mercoledì 15 settembre 2010,
KYOTO Ancora una giornatona a Kyoto e
ancora questo tempo instabile. Per farla breve, ci siamo
macinati a piedi la strada dal Padiglione dargento
alla stazione. In mezzo ci abbiamo messo tutti i templi,
la passeggiata del filosofo e unaltra volta Gion.
Ma soprattutto, proprio a metà strada, abbiamo trovato
la risposta a tutto: Kyoto Handicraft Center (http://www.kyotohandicraftcenter.com/index.html).
Potrei anche non aggiungere più niente, dico solo che ho
liberato Sabrina al piano terra e lho ritrovata al
settimo che sgattaiolava tra una corsia e laltra
con le borse di plastica in entrambe le braccia. Questo
per mia sorella, questo per la tua, questo per i tuoi,
questo per la mia amica, questo per il tuo collega... ci
credete che per me non cera niente?! Aah no,
qualcosa cera..."guarda, ho preso una
bambolina kokeshi!". E infatti ero subito più
sereno. Il piano terra è quasi tutto occupato da
articoli "samurai" ed io mi ero innamorato
della spada del ninja. Poi il fato mi è venuto in
soccorso sotto forma di commessa giapponese venuta in
Italia a studiare litaliano e per simpatia,
rischiando la morte per decapitazione, mi ha detto che se
costava poco un motivo cera. Insomma mi ha fatto
capire che se non ci vuole un mutuo per comprarla è
robaccia. E allora lho lasciata lì con un pezzo di
cuore. Mi ha anche proposto un vero shuriken, anzi...quasi
vero - ha detto - per soli 87 euro. Ovviamente ho
lasciato lì anche quello. A parte labbuffata di
souvenir (vale senza dubbio la pena farci un salto) la
giornata ci è piaciuta e la visita ai templi è stata
molto interessante. Soprattutto citiamo i primi, tra cui
imperdibile il Ginkaku-ji (Padiglione dargento, 500Y
a testa, http://www.japan-guide.com/e/e3907.html): seppur
incompleto a causa del mai terminato rivestimento in
argento, il tempio conserva tutto il suo fascino. La
stessa passeggiata del filosofo è una piacevole
camminata lungo il canaletto, sotto gli alberi, che
collega templi meno importanti fino ai dintorni del
Nanzen-ji (300Y a testa, http://www.japan-guide.com/e/e3905.html).
A breve distanza ci sono il Shoren-in (500Y a testa, http://www.japan-guide.com/e/e3954.html)
e il Chion-in (gratis, http://www.japan-guide.com/e/e3928.html),
entrambi da non perdere. Infine, proseguendo ancora verso
la stazione, si incontrano il celeberrimo Kodai-ji (600Y
a testa, http://www.japan-guide.com/e/e3927.html) e il
Kiyomizu-dera (300Y a testa, http://www.japan-guide.com/e/e3901.html).
Questultimo è una delle strutture che ci ha
impressionato di più: costruito su altissime palafitte,
il tempio sorge in posizione elevata e regala una
splendida vista di tutta la città. In una della sue aree
interne sono posizionate le pietre dellamore,
proprio di fronte al Jishu Shrine, dedicato alle
divinità dellamore. Si dice che chi riesce a
percorrere il breve tratto tra le due pietre ad occhi
chiusi abbia poi fortuna in amore. Neanche a dirlo, il
tempio è pieno di teenager. E
neanche a dirlo,
usciamo dal tempio godendo di unallegra pioggerella
che dopo cena, giusto per accompagnarci allhotel,
diventa quasi sfacciata. Ma ormai dopo Kamakura siamo
praticamente anfibi e certo non ci spaventiamo per così
poco. Ceniamo in stazione al piano
dedicato ai ristoranti di ramen, in un localino tra i
più invitanti, con la macchinetta per le ordinazioni allesterno
e pieno di giapponesi. Ormai siamo esperti e selezioniamo
i piatti senza esitazioni, il locale è accogliente e le
porzioni molto abbondanti, tanto che quasi fatichiamo a
finire la nostra tazzona. PASTI: colazione
Market 493Y in due; pranzo Family Market
850Y in due; cena ristorante ramen stazione,
Kyoto 2000Y in due. NOTTE: Econo Inn, 67
Hirai-cho Kawaramachi, Kyoto 6670Y (B); tel. +81.075.343.6660,
http://www.econo-inn-kyoto.com/en/rate.html, info@econo-inn-kyoto.com. giovedì 16 settembre 2010,
KYOTO (NARA) Le tante attrazioni visitate
ieri ci hanno lasciato la giornata molto più libera del
previsto, così decidiamo di anticipare la visita di Nara.
Inizialmente lidea era quella di partire da Kyoto
per Nara, fare la visita e poi andare da lì direttamente
ad Osaka, senza dover perdere tempo per tornare indietro.
Non labbiamo fatto, ma resta unottima
alternativa per chi desidera o deve recuperare tempo. Ci svegliamo quindi con la
voglia di guadagnare ore per Osaka, ma è il tempo che ci
strappa le prime imprecazioni: tutto nero da tempesta. Ci
risiamo, penso io... però dico dai, andiamo a Nara...vedi
laggiù che si apre.... Seee... al massimo si apre
per far scendere i secchi dellacqua. Insomma,
partiamo che piove e arriviamo che piove. Però poco poco.
Per fortuna smette quasi subito, ma il cielo rimane
chiuso nel suo grigiore. Nara è comunque bella, molto
bella, e i cervi nel parco sono unattrazione da non
trascurare. Ovviamente impazziamo e non ce ne andiamo
finchè non li abbiamo toccati tutti. Anche i templi sono
notevoli, in particolare ci è piaciuto il Kasuga Taisha,
lassù sulla collina in mezzo al bosco. Prima di
arrivarci completiamo il giro classico, partendo a piedi
dalla stazione JR lungo la Sanjo-dori. Si può procedere
dritto fino alla pagoda a cinque piani e poi deviare a
sinistra verso il Todai-ji (500Y a testa, http://www.japan-guide.com/e/e4100.html),
assolutamente imperdibile sia per le strutture principali
che per il bellissimo daibutsu al suo interno. Non cè
rischio di sbagliare perché le indicazioni sono
frequenti e chiare. Nessun problema neanche per risalire
il fianco della collina verso il Kasuga Taisha (gratis lesterno,
500Y linterno, http://www.japan-guide.com/e/e4102.html),
di cui visitiamo solo la parte esterna. Proprio una gran
bella gita. Nel frattempo le condizioni meteo migliorano
e concludiamo la visita sotto un sole splendente.
Rientrando verso la stazione non perdiamo troppo tempo
con i cervi, anche se attiro Sabrina in una trappola
mortale: tieni - le dico - ho comprato i biscottini
per loro; tienili in mano... vedrai come vengono.
Detto e fatto: in un secondo è stata letteralmente
assalita da una decina di quei pericolosissimi predatori
e... che figure mi fa fare... ha gettato in aria 150 yen
di biscotti ed è scappata via come se fosse stata
circondata da un branco di babbuini inferociti. E io che
ero pronto con la fotocamera, non ho neanche fatto in
tempo ad accenderla. Sulla via del ritorno ci siamo
voluti fermare a Uji, che ci eravamo segnati come tappa
opzionale per il Byodo-in (600Y a testa, http://www.japan-guide.com/e/e3923.html).
Una bellissima sorpresa. Se cè tempo secondo noi
bisogna impiegare un paio dore e fermarsi.
Attenzione: per scendere a Uji occorre prendere il
trenino meno veloce, perché quello rapido per Kyoto non
si ferma. La stazioncina, il paesello, il tempio stesso,
rappresentano una piacevolissima sosta e un affresco di
un Giappone un po meno caotico e più rilassato. Il
tempio poi rimarrà uno dei più belli di tutto il
viaggio, se non addirittura il numero uno. Si raggiunge
comodamente a piedi in pochi minuti dalla stazione, fuori
dalla quale cè anche lufficio turistico dove
prendere una bella mappa della cittadina. La struttra
sorge su una specie di isolotto al centro di un laghetto,
circondato da un bellissimo giardino: una manna per gli
appassionati di fotografia. Sempre sulla stessa linea, a
breve distanza da Kyoto, si incontra il più famoso
Fushimi Inari Taisha, un complesso sacro caratterizzato
da un lungo sentiero sovrastato da migliaia di tori rossi
(ingresso gratis, http://www.japan-guide.com/e/e3915.html).
Lo scenario è molto suggestivo, la passeggiata potrebbe
essere lunga, ma se ne può completare anche solo una
parte per avere unottima panoramica. Tutto molto
bello, ma ad essere sinceri è uno di quei luoghi che
forse fa più effetto in fotografia che dal vivo. Resta
comunque un bel sito da non perdere. E ormai il tramonto e non
possiamo far altro che rientrare a Kyoto. Abbiamo ormai
definitivamente abbandonato lidea di visitare il
Palazzo Imperiale anche perché così facendo la giornata
di domani potrà essere occupata da una più completa
visita di Osaka, dove ci aspetta lo squalo balena e, a
questo punto, anche qualche altra cosina. Per cena
decidiamo di provare lokonomiyaki, una delle
specialità che ancora ci mancano. Troviamo un ottimo
ristorante nella zona tra Pontocho e Gion, sulla stradina
tagliata dal canaletto. I tavoli hanno al centro una
piastra metallica che viene scaldata e sulla quale
vengono cucinati i piatti. Lokonomiyaki,
letteralmente quello che ti piace, altro non
è che una frittatona a base di cavolo con infinite
possibilità di aggiunte: gamberetti, carne, verdure, ecc
tutto quello che piace appunto. Che dire
una
delizia indescrivibile; tanto che Sabrina, inizialmente
spaventata dalla novità culinaria, prima
ancora di finire di divorare il suo pasto, mi dice e
se ne prendessimo un altro da dividere in due?. PASTI: colazione
Market 640Y in due; pranzo Market
851Y in due; cena okonomiyaki zona Gion, Kyoto
2360Y in due; http://cocoyanen.jp/. NOTTE: Econo Inn, 67
Hirai-cho Kawaramachi, Kyoto 6670Y (B); tel. +81.075.343.6660,
http://www.econo-inn-kyoto.com/en/rate.html, info@econo-inn-kyoto.com. venerdì 17 settembre 2010,
KYOTO OSAKA E alla fine siamo riusciti a
farci tutta Osaka. Partiamo prestino, come al solito, e
prestino arriviamo: passaggio veloce allhotel, in
zona Hommachi, e poi via al castello (600Y a testa, http://www.osakacastle.net/english/,
http://www.japan-guide.com/e/e4000.html). Non è il
castello più spettacolare del mondo, ma a noi è
piaciuto, così come abbiamo apprezzato lallestimento
del museo al suo interno. Anche la zona circostante non
è male e ben si presta ad una passeggiatina o ad una
sosta rilassata per mangiare qualcosa. Tanto più che il
piazzale antistante lingresso è pieno di stand
gastronomici, che ovviamente alluscita abbiamo
assaltato. La visita richiede unoretta e può
essere inserita tranquillamente anche in una permanenza
breve in città. I siti principali sono tutti
comodamente raggiungibili con la metro locale, esclusa
dal JRP e anche, naturalmente, dalla SUICA: si possono
acquistare i biglietti singoli, ma se si devono fare tre
o quattro spostamenti conviene pagare i 600 yen per il
biglietto giornaliero. Attenzione perché il pass
giornaliero non si fa alle macchinette automatiche e non
è tanto pubblicizzato, quindi va esplicitamente
richiesto al personale della biglietteria. Il must della nostra giornata è
lacquario (2000Y a testa, http://www.kaiyukan.com/language/italian/),
dove ci aspetta lo squalo balena. Siamo molto eccitati
dalla possibilità di vedere, seppur in cattività, una
creatura che difficilmente riusciremo ad ammirare nel suo
habitat naturale. In realtà di squali balena ce ne sono
due, ma sono poco più che cuccioli: lunghi circa cinque
metri e confinati (si fa per dire) in una vascona piena
di altri ospiti giganti. Chissà cosa pensavamo di
trovare. Resta un giudizio molto positivo sullacquario
e sulle sue attrazioni, una visita piacevolissima che per
gli appassionati risulta quasi imperdibile, non fosse
altro che per trascorrere un paio dore in maniera
un po diversa. Tralasciamo la ruota panoramica e ci
dirigiamo verso lUmeda Sky Building, simbolo
architettonico della moderna Osaka. Il palazzone
futuristico si trova nella zona amministrativa subito a
nord della stazione Osaka e si raggiunge percorrendo il
lungo sottopassaggio dietro al grande edificio
commerciale Yodobashi. Non è immediato orientarsi alluscita
della grande stazione, ma basta posizionarsi sul
marciapiede con la cartina aperta e in pochi minuti
qualcuno verrà a chiedere can I help you?!.
E possibile salire utilizzando uno degli ascensori
panoramici, ma il nostro tempo è sempre tiranno e ci
accontentiamo di ammirarlo dal basso. Il pomeriggio volge al termine,
così ci spostiamo verso la stazione di Namba, da cui è
facile raggiungere la zona turistico-commerciale di
Dotonbori. Le vie della movida sono sostanzialmente due:
la famosissima Dotonbori, appunto, e la lunghissima via
coperta Shinsaibashi-suji (http://www.japan-guide.com/e/e4001.html).
Ristoranti, negozi, gente
tanta gente, unumanità
rumorosa e diversa; giovani, adulti, uomini e
donne, eccentrici e classici, elegantoni e personaggi dei
fumetti: vale la pena trascorrere una serata qui solo per
immergersi in questa folla così partcolare, così
giapponese. Inutile dirlo, a Dotonbori sono stato
costretto a cercare un altro ristorante specializzato in
okonomiyaki per unaltra ottima cena. PASTI: colazione
Market 640Y in due; pranzo al castello,
Osaka 960Y in due; cena ristorante accanto
a Chibo (Lonely pag.427) Dotonbori, Osaka 1837Y +
700Y in due. NOTTE: Chisun Inn
Honmachi, 2-3-8 Hakurou-cho, Osaka 43 (B) su
expedia; tel. +81.06.6263.0911, http://www.solarehotels.com/english/chisun/inn-osaka-hommachi/guestroom/detail.html. sabato 18 settembre 2010,
OSAKA HIROSHIMA MIYAJIMA Giornata di sole splendente e cielo azzurro: perfetta come ultimo giorno prima del rientro finale a Tokyo di domani. Lo shinkansen ci porta a Hiroshima, allestremità sud-occidentale dellisola di Honshu. Non ci dilunghiamo nella descrizione delle tristi, arcinote attrattive della città, ma ci sembra doveroso e inevitabile lasciare uno spunto di riflessione. Abbiamo trovato un museo-testimonianza (50Y a testa, http://www.pcf.city.hiroshima.jp/index_e2.html) ricchissimo di foto, descrizioni, oggetti, racconti, video, ma non abbiamo trovato alcun giudizio, non una lacrima ostentata, nessuna autocommiserazione: solo una chiara e puntuale narrazione dei fatti e della storia. Non abbiamo percepito lintenzione di processare e nemmeno toni di accusa, ma solo la sentita tristezza della schiacciante realtà. Avevamo provato a comprendere i principi fondamentali della religiosità giapponese e un po ci chiedevamo in cosa consistesse lassenza del giudizio, la mancanza della nostra cocciuta ricerca di bene e male, giusto e sbagliato, colpevole e innocente. Ci chiedevamo come la realtà potesse essere percepita oggettivamente, senza le etichette dei pregiudizi che siamo così bravi ad attaccare alle cose e alle persone; ci chiedevamo come fosse possibile staccarsi dal giudizio parziale delle proprie convinzioni. E stata questa loccasione in cui abbiamo trovato le risposte più illuminanti. Chiediamoci: come sarebbe stato allestito lo stesso museo in Italia e quale messaggio avrebbe trasmesso? Rientriamo alla stazione JR di Hiroshima ripercorrendo a piedi la stessa strada fatta allandata. Esiste un servizio di bus navetta che collega il Peace Memorial Park alla stazione, ma ci sentiamo di consigliare una bella passeggiata a piedi per farsi unidea un po più ampia della città. Per raggiungere lisola di Miyajima si deve prendere il trenino fino alla stazione Miyajimaguchi e da lì il comodo traghetto (10 minuti, compreso nel JRP) per lisola. Ci sono numerosi traghetti di diverse compagnie, ma bisogna cercare solo quello con linsegna JR, comunque ottimamente segnalato al molo: quasi impossibile sbagliare. Miyajima è bella, bellissima. Unisola piccola, ma ricca di fascino, con i cervi che girano liberi per le strade ed il magnifico torii rosso dellItsukushiuma-jinja (300Y a testa, http://www.miyajima.or.jp/english/spot/spot_itsukushima.html). Il torii galleggiante è senzaltro la principale attrattiva del luogo, ma è tutta latmosfera che fa di questa tappa un must per chiunque si trovi a passare da qui. Il torii rosso si vede benissimo anche senza entrare nel tempio, ma per camminarci sotto occorre pagare lingresso. Conviene passare subito allentrata per prendere visione degli orari delle maree, così da programmare una visita con lalta ed una con la bassa marea. Sembra una cosa poco importante, ma i due scenari sono completamente diversi e meritano la doppia foto, anche se secondo noi vederlo emergere dal mare è molto più suggestivo. Facendo tesoro dei rimpianti di molti viaggiatori, abbiamo deciso di trascorrere la notte sullisola, anche se i prezzi degli hote sono un po più alti rispetto alla media. La scelta è stata ottima, perchè godersi la calma e la pace di Miyajima dopo che tutti se ne sono andati non ha prezzo. Anche la nostra ryokan ci ha soddisfatto pienamente, tanto che la consideriamo la migliore sistemazione di tutto il viaggio. Dopo una passeggiata sul lungomare e la visita al tempio, ci perdiamo nella stradina dei ristoranti e dei negozi a caccia di qualcuno che ci faccia provare la specialità del luogo: le ostriche. Troviamo un ottimo ristorante con le pareti dellingresso piene dacqua e di fili di molluschi vivi. Ci servono ostriche grigliate e ostriche fritte, entrambe deliziose, anche se quelle impanate sono veramente speciali. Occorre solo prestare attenzione allorario perché alle cinque di sera, con gli ultimi turisti in partenza, chiudono quasi tutti i locali. PASTI: colazione
Starbucks, stazione Nagahoribashi, Osaka 1180Y in
due; pranzo Mc.Donalds, Hiroshima 880Y
in due; cena ostriche Yakigaki No Hayashi,
Miyajima 2650Y + 520Y in due; tel. +81.0829.44.0335,
www.yakigaki-no-hayashi.co.jp. NOTTE: Jamaichi-Bekkan,
739-0504 Miya-jima-cho, Hatsukaichi-shi, Miyajima
13650Y (B); tel. +81.0829.44.0700, http://yamaichibekkan.com/english.html,
sinko-y@msb.biglobe.ne.jp. domenica 19 settembre 2010,
MIYAJIMA TOKYO Ci svegliamo a Miyajima e non cè
nessuno o quasi, cosa che ci consente di godere della
calma dellisola prima dellarrivo delle folle,
tanto più che oggi è domenica. Fedeli alle nostre sane
abitudini, poco dopo le otto siamo già alla funicolare
che dovrebbe portarci sulla cima del Monte Misen ma, mia
mancanza, scopriamo che apre solo alle nove. E allora che
si fa? Sabrina inizia già a dire petulante
e
cosa facciamo qui fino alle nove?. E allora io col
cuore in mano le faccio un altro grande regalo: si va su
a piedi! La strada non è lunga però in effetti è un po
ripidina e anche se è presto e siamo allombra...
si suda. Però, lha detto lei, non potevamo mica
star lì tutto quel tempo a far niente. In cima si trova
il Daisho-in con una bella terrazza che regala una
panoramica a 360 gradi di tutta lisola e della
costa di Hiroshima. Lascesa a piedi dalla parte
della funicolare (superando lIwaso Ryokan e la
Pagoda a cinque piani) richiede circa unora e
conduce poco più avanti dellarrivo della
funicolare stessa. Va detto che la comodità della salita
in cabina è relativa, in quanto una volta arrivati si
deve comunque affrontare a piedi lultimo ripido
tratto fino al tempio; in più è anche clamorosamente
costosa, perché mille yen secondo noi non valgono due
passi e un po di sudore nel bosco. Arriviamo quindi
allosservatorio e lì il mio regalo si completa:
torniamo giù a piedi dallaltro versante della
montagna, così la signora si gode la natura di entrambe
le parti. Sapeste comè stata contenta e grata! In
meno di unora siamo nuovamente al livello del mare
dalla parte del torii rosso, cui scattiamo altre decine
di foto, stavolta con la bassa marea. La permanenza a
Miyajima volge al termine e ci concediamo, anche come
premio per la passeggiatina, un ottimo pranzo tra i
negozietti a base di spiedini di pesce e polpettine di
verdure: consigliamo sopra tutti quelli con bacon e
formaggio. In dieci minuti passati a
parlare di trasporti con un simpatico giapponese, curioso
di fare la nostra conoscenza, il traghetto delle 12:25 ci
riporta sulla terraferma e presto siamo di nuovo alla
stazione JR di Hiroshima per prendere lultimo
shinkansen, quello che in circa cinque ore ci riporterà
a Tokyo (occorre cambiare treno a metà percorso). Quando
arriviamo alla stazione di Ochanomizu è buio da un pezzo
e non abbiamo più il tempo e le energie di gironzolare
tra le vie dei ristoranti di Ueno, così ci affidiamo
alla rassicurante M gialla vicino allhotel per la
nostra ultima cena giapponese. PASTI: colazione
Market 540Y in due; pranzo spiedini misti,
Miyajima 1850Y in due; cena Mc.Donalds
vicino hotel, Tokyo 1530Y in due. NOTTE: Edoya Ryokan, 3-20-3
Yushima, Bunkyo-ku, Tokyo (Ueno) 8540Y (BB); tel.+
81.3.3833.8751, hoteledoya.com, reserve@hoteledoya.com. lunedì 20 settembre 2010,
TOKYO ITALIA (arrivo martedì 21) Tokyo ci saluta prima con il
cielo coperto e poi con un po di leggera
pioggerella. Potremmo cercare nuovi quartieri da visitare,
altri templi più o meno importanti, ma ci sentiamo sazi
e non desideriamo correre anche lultimo giorno in
cerca di qualcosa che comunque non ci manca, così
occupiamo la mattina allo zoo di Ueno (600Y a testa, http://www.tokyo-zoo.net/english/).
Non è il genere di cattività che di solito ci piace
osservare, però trascorriamo alcune piacevolissime ore
prima del volo che ci riporterà a casa. Finisce così una bellissima
vacanza, unavventura con grandi emozioni e tante
belle scoperte, molta strada a piedi e tanti treni. Unimmersione
totale in una realtà tanto diversa dalla nostra che alla
fine ci sembra quasi familiare, un assaggio di vita
giapponese che ce ne fa subito sentire la nostalgia, una
fantastica escursione in una cultura gonfia di aspetti
che vorremmo fare nostri, di cui vorremmo fare
tesoro per essere più educati, più civili, più
rispettosi e, in generale, più ricchi. Siamo
contentissimi di avere scelto il Giappone e saremmo
pronti a tornarci per completarne la visita. Un paese
oggettivamente complicato in cui si incontrano concrete e
oggettive difficoltà linguistiche, in cui non esiste
alcun pericolo reale ed in cui si sta bene, molto bene.
Non resterà nei nostri ricordi come il viaggio più
bello in assoluto, non sarà il viaggio in cui abbiamo
visto le meraviglie più straordinarie, ma sarà sempre
una delle memorie più ricorrenti e piacevoli di cui
parlare la sera prima di dormire. PASTI: colazione
in hotel; pranzo Ueno zoo 950Y in due; cena
in volo. NOTTE: in volo. Per vedere tutte le altre foto visita la photogallery. |